Ha scritto una lettera rivolta alla “vittima della sua stessa tragedia”. Daniele Carli si è rivolto al padre di Catania che ha perso il figlio dopo averlo dimenticato in macchina. Anche a lui successe la stessa cosa il 18 maggio 201: era andato direttamente al lavoro senza portarla all’asilo.
Le parole del padre
“All’amico di Catania voglio dire soltanto di lasciarsi abbracciare dalla moglie, dai familiari, dagli amici, da tutta la comunità. Di raccogliere quelle mani tese. Io lo so quello che prova: è caduto in un pozzo buio, profondo e gelido”: così Daniele Carli si è rivolto in una lettera al padre di Catania che ha lasciato il figlio da solo in automobile e lo ha poi ritrovato morto. Il pisano continua facendo riferimento alla sua esperienza: “Quest’uomo, questo amico deve però sapere che si può risalire, raccogliendo proprio quegli abbracci e quelle mani tese. Deve farlo con calma, senza fretta ma così riscoprirà che si può tornare a vivere. Deve lasciarsi aiutare dagli amici, dalla moglie, da chi gli vuole bene e capirà che si può ricominciare a vivere anche in nome di quel figlio che non c’è più”. Carli era stato indagato per omicidio colposo ed è stato poi liberato dalle accuse grazie a una perizia. Infatti attestò di aver subito “amnesia dissociativa transitoria, cioè un improvviso black out che gli ha fatto dimenticare la bimba in auto”. La procura di Pisa aveva chiesto che il suo caso venisse archiviato. Il giudice aveva dato l’ok per non procedere.