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Tortura in carcere a San Gimignano: 15 guardie sotto accusa

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Accusate 15 guardie del carcere di San Gimignano, in provincia di Siena. Secondo alcuni detenuti sarebbero stati artefici di torture e pestaggi.

Quindici guardie penitenziarie del carcere di San Gimignano in Toscana dovranno rispondere di gravi accuse di tortura. Secondo alcuni detenuti avrebbero picchiato a sangue un altro ”ospite” del penitenziario, prendendolo a calci e pugni. Per quattro di loro già avviata la sospensione immediata.

Le accuse di tortura in carcere

È accaduto nel penitenziario di San Gimignano, cittadina toscana in provincia di Siena. Qui 15 guardie sono state accusate di torture e violenza nei confronti dei detenuti. Altri ospiti del carcere hanno deciso di denunciare l’accaduto, accuse avvallate poi da alcuni filmati interni che confermerebbero quanto avvenuto. Raccontano alcuni: “Il ragazzo gridava di dolore, sempre più forte”, spiega un detenuto del carcere di San Gimignano. “Lo picchiavano con pugni e calci e lui era a terra. Una guardia gli ha messo un ginocchio alla gola, gli hanno calato i calzoni e giù botte. Lo trascinano in cella a braccia e lo lasciano lì, privo di sensi. Penso fosse svenuto”. Quanto descritto sarebbe il racconto del pestaggio di un detenuto di 31 anni di origine tunisine, in carcere per scontare un anno di reclusione. Secondo i racconti dei detenuti, questo però non sarebbe il primo episodio ma solo la punta dell’iceberg.

Il sindaco di San Gimignano

Dello stesso avviso è anche il sindaco della città toscana, Andrea Marrucci, che confessa: ”Da troppo tempo la casa di reclusione è abbandonata al suo destino, senza direzione stabile e da mesi senza comandante e vice comandante del corpo di polizia penitenziaria”. Il primo cittadino continua: “Insieme alla parlamentare Susanna Cenni abbiamo denunciato le difficoltà di agenti e detenuti, le carenze infrastrutturali e chiesto interventi urgenti agli enti preposti. Richiesta sfociata in una esplicita lettera di misure urgenti al ministro. Una situazione che sarebbe stata risolta con il conferimento dell’incarico ad un commissario capo che dovrebbe entrare in servizio lunedì prossimo”.

nella rapida verifica da parte della magistratura e nel corretto operato e nella professionalità degli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria”.