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Torturatori libici su nave di Carola, Salvini: "Pronto a denunciarla"

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I soggetti sarebbero stati riconosciuti da altri migranti giunti in Italia dopo aver subito violenze e torture in Libia.

Sulla nave che Carola Rackete condusse in un porto italiano nonostante il divieto, ci sarebbero stati tre torturatori libici. Queste le accuse di Chiara Giannini in un articolo edito da Il Giornale.

Torturatori libici su nave comandata da Carola

A confermarlo ci sarebbero fonti attendibili“, scrive la giornalista. A partire dall’arresto a Messina di tre migranti arrivati proprio lo scorso 29 giugno a bordo della Sea-Watch 3, l’imbarcazione tedesca comandata da Carola Rackete.

I tre sono accusati di “associazione per delinquere dedita alla gestione di un centro di prigionia illegale“. A riconoscerli sarebbero stati altri migranti arrivati in Italia sulla nave Mediterranea che avrebbero raccontato di essere stati sottoposti a torture in Libia.

Tra i loro torturatori ci sarebbero proprio Mohammed Condè (27 anni, Guinea), Hameda Ahmed (26 anni, Egitto) e Mahmoud Ashuia, (Egitto, 24 anni). Notizia che, sostiene la Giannini, “la Lamorgese ha tentato di far passare sotto silenzio“.

Immediata la reazione di Matteo Salvini, ministro dell’Interno quando la nave attraccò in Italia. Il leader del Carroccio ricorda che a bordo salirono anche i parlamentari del Pd e che la comandante violò il suo decreto speronando anche una motovedetta della Finanza. Chiede dunque spiegazioni al Presidente del Consiglio e ai ministri dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia.

E aggiunge di essere pronto a denunciare la Rackete così come “i parlamentari che hanno voluto a tutti i costi lo sbarco“, invitati a “chiedere scusa all’Italia“.