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Statistiche sui reati, Gabrielli: "In calo ma più stranieri coinvolti"

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Sulle statistiche dei reati in Italia, il Capo della Polizia Franco Gabrielli ha confermato l'aumento della percentuale degli stranieri coinvolti.

Non appaiono sostanziali novità nelle statistiche sui reati commessi in Italia presentato dal Capo della Polizia Franco Gabrielli a Roma nel corso del Festival delle Città. L’ex prefetto di Roma ha infatti spiegato come, malgrado il calo costante dei reati degli ultimi dieci anni, sia aumentata la percentuale degli stranieri coinvolti in attività illecite, passata in pochi anni dal 29% al 32%. Per Gabrielli questo dato, combinato al numero effettivo di stranieri presenti nel nostro Paese, da la misura esatta del problema.

Statistiche sui reati, aumentano gli stranieri

Nel corso del suo intervento, il Capo della Polizia dichiara: “I dati sulla criminalità sono incontrovertibili. Da dieci anni a questa parte c’è un trend in calo complessivo dei reati. Ma c’è anche, negli ultimi anni, un aumento degli stranieri coinvolti tra arrestati e denunciati, questo è inequivoco”.

A seguire il Prefetto ha illustrato alcuni dati degli ultimi anni per meglio chiarire la situazione di gestione della criminalità nel Paese: “Nel 2016, su 893mila persone denunciate e arrestate, avevano il 29,2% degli stranieri coinvolti. Nel 2017 la percentuale è salita al 29,8, nel 2018 al 32% e in questo 2019 che sta quasi finendo il tend è lo stesso, siamo quasi al 32%. Tenendo conto che gli stranieri nel nostro Paese sono il 12%, tra legali e non, questo da la misura del problema”.

Il caso di Roma Metropolitane

Nel corso del suo intervento, il Capo della Polizia Gabrielli si è soffermato inoltre sul caso dei tafferugli scoppiati lo scorso martedì primo ottobre durante il presidio dei lavoratori di Roma Metropolitane. Parlando degli scontri avvenuti con la Polizia, nei quali è rimasto ferito anche il deputato di Liberi e Uguali Stefano Fassina, Gabrielli ha dichiarato: “Chi manifesta deve sempre porsi nella condizione di manifestare pacificamente il proprio pensiero. E di non considerare i poliziotti e i carabinieri come dei punching ball. Questo è un Paese nel quale si è ritenuto che sputare a un poliziotto sia un comportamento di tenue gravità. Credo che non sia così. Chi veste una divisa e chi rappresenta un’istituzione, credo che dovrebbe essere portatore di un rispetto non solo per la persona ma anche per quello che rappresenta”.