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Sparatoria a Trieste, l'agente: "Pistole senza cinghia di sicurezza"

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Sparatoria a Trieste, la testimonianza della collega: "Mi sembravano strani, erano troppo vicini"

Nonostante la tragedia, alla Questura di Trieste i colleghi delle due vittime stanno raccogliendo tutti gli elementi necessari a fare chiarezza su quanto accaduto nel pomeriggio di ieri. Un’agente avrebbe raccontato al Corriere Tv di alcuni strani atteggiamenti tenuti dai due arrestati poco prima della sparatoria non tralasciando la paura di dover affrontare i due killer che avevano appena esploso ben 15 colpi ferendo alcuni colleghi.

Sparatoria a Trieste, il racconto

Il Corriere Tv ha pubblicato un audio che riporta la testimonianza di quegli attimi concitati vissuti appena prima, e durante, la sparatoria che è costata la vita a due giovani agenti: “Ero fuori dalla Questura – racconta l’agente – perché era venuta a trovarmi mia sorella. Arriva la volante con le sirene e dico loro “Spostatevi perché sicuramente c’è qualche arrestato”. Aprono la portiera e scendono, e arrivano i colleghi. L’arma era nel cinturone bianco, quello classico della divisa, nessuno dei due aveva la cinghia di sicurezza” racconta la donna, che parla poi delle prime impressioni dei due, che da subito hanno avuto comportamenti strani: “Mi sembrano troppo vicini, tutti attaccati, senza manette. Uno dei due fa anche una battuta. Saluto mia sorella e rientro. Come apro il portone della Questura sento come un colpo, sordo, ma non mi rendo subito conto perché il rumore era attutito da quello del portone grande di ingresso“.

Il conflitto a fuoco

Vedo un collega, quello dell’ufficio armi, che scende di corsa e mi dice: “Dove sono?“. Io gli dico che sono nell’ufficio volanti – prosegue il racconto – e lui mi dice che si sono sparati. Lui corre, io continuo a camminare fino a che non mi dice: “Corri corri”. Uno dei due arrestati aveva la pistola in mano. Hanno cominciato a sparare dappertutto, c’erano vetri ovunque e calcinacci. Questo è uscito dalla Questura, c’è stato un conflitto a fuoco, un collega in atrio gli ha sparato, ma nonostante fosse ferito ha continuato ed è uscito. All’esterno ha incontrato una macchina della Mobile che stava arrivando e gli ha sparato addosso“.