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Agenti uccisi a Trieste, la versione del fratello dell'aggressore

Agenti uccisi, parla il fratello

Carlysle Stephan Meran ha sottolineato come il fratello non fosse in sè a causa dei suoi problemi mentali.

Intervistato da un giornalista di Stasera Italia, parla il fratello dell’uomo che ha sottratto la pistola a due agenti nella questura di Trieste e li ha uccisi. Il ragazzo ha voluto fornire la sua versione dei fatti.

Agenti uccisi, le parole del fratello dell’aggressore

Carlysle Stephan Meran, fratello di Alejandro, ha innanzitutto espresso il suo cordoglio per le vittime facendo le condoglianze alle rispettive famiglie. In lacrime, ha ribadito come sia lui che la sua famiglia sono distrutti e dispiaciuti per quanto successo.

Ha poi iniziato a raccontare dettagliatamente i fatti precedenti alla sparatoria: “Sento il citofono, è mio fratello che mi dice che lo stanno inseguendo e lo vogliono uccidere“. Aggiunge però che in realtà quelle erano solo sue immaginazioni perché ha dei problemi mentali. “Alcune volte si fermava a parlare con il muro. Mia mamma cercava disperatamente un posto dove farlo curare“, spiega.

Continua dicendo che il fratello, disperato, gli ha raccontato di aver spinto una signora e averle rubato lo scooter. Di fronte a questa situazione, Carlysle ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine.

A quel punto sono giunti due agenti e un’altra pattuglia con quattro persone, “tutti ragazzi tranquilli e buoni. Ci dicevano di stare tranquilli, che era un fatto semplice, che avevo fatto bene a chiamarli“. Una volta arrivati in questura, spiega di aver continuato a chiacchierare con uno dei poliziotti che parlava anche spagnolo (il ragazzo è di origini dominicane).

Lui è entrato nell’ufficio mentre il fratello è rimasto fuori. A quel punto il panico: inizia a sentire i primi spari. “Sapevo già che non era in sé per via dei suoi problemi psichici“, continua a sottolineare. “Mio fratello mi cercava disperato, ma io mi sono nascosto sotto la scrivania per paura di morire“.

Dopo qualche istante la terribile scena: ha aperto la porta dell’ufficio e ha visto i due agenti a terra. Allora si è recato nel seminterrato e si è nascosto dietro ad un magazzino. Ha sentito altri spari, così ha chiamato i poliziotti dicendo il luogo in cui si trovava. Gli agenti l’hanno quindi raggiunto e tratto in salvo.