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Imprenditore spara ai braccianti per farli lavorare di più: arrestato

Imprenditore spara ai braccianti

A denunciare le condizioni di oppressione e disumanità sono stati cinque lavoratori indiani vittime della sua violenza.

L’episodio è avvenuto a Terracina. Stando a quanto denunciato, un imprenditore minaccia e spara ai suoi braccianti per spronarli a lavorare di più. L’uomo è stato arrestato e dovrà rispondere di molteplici accuse.

Imprenditore spara ai braccianti

Si tratta di Alessandro Giargiulo, 35 anni. L’uomo, titolare di un’azienda, non solo avrebbe costretto decine di braccianti di origine indiana a lavorare in condizioni disumane e forzate. Stando a quanto hanno denunciato cinque di loro, li avrebbe anche spronati ad essere più operosi servendosi di un fucile a pompa. Se non facevano abbastanza in fretta il loro lavoro o tentavano di scappare, sparava dei colpi nella loro direzione o li minacciava con un coltello puntato alla gola.

Ad aiutarlo nella sua impresa c’erano anche alcuni caporali che erano preposti al controllo e alla sorveglianza dei campi. Alcuni braccianti, impegnati nella raccolta e nella lavorazione di alcuni prodotti agricoli, avevano deciso di fuggire dai campi per sottrarsi alle dure condizioni imposte.

L’imprenditore era così andato su tutte le furie e, all’ennesimo licenziamento, aveva minacciato i restanti con il suo fucile. Presentatosi presso il loro alloggio, avrebbe sparato diversi colpi in aria, senza fortunatamente ferire alcun presente ma puntando a tutti l’arma alla gola.

Grazie alla denuncia di alcuni lavoratori indiani, la Polizia è riuscita ad identificare l’uomo e a circondare la sua villa facendo irruzione. Alla vista degli agenti, l’uomo non ha opposto resistenza ma, alla loro richiesta di consegna dell’arma, ha dichiarato che gli era stata rubata. In realtà è poi emerso che l’aveva consegnata ad alcuni suoi amici per disfarsene. Questi sono stati denunciati a piede libero per favoreggiamento personale e porto abusivo di arma.

Gli agenti hanno quindi arrestato il 35enne. Dovrà rispondere delle accuse di sfruttamento del lavoro, minaccia aggravata con l’utilizzo di un fucile a pompa, lesioni personali, detenzione abusiva di munizionamento e omessa denuncia di materie esplodenti.

Il commento di Teresa Bellanova

Sull’accaduto è intervenuto il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, rimasta senza parole alla lettura della notizia. Ha ribadito il suo impegno affinché crimini di questa natura non si ripetano più, anche per non screditare “un settore caratterizzato per la maggior parte da imprese sane, che rispettano i lavoratori e la dignità del loro lavoro“. L’obiettivo, ribadisce, è stroncare il caporalato per evitare che ci siano imprenditori che si sentano autorizzati a queste violenze senza scrupoli.