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Finto medico operava a Treviso, scoperto dopo decesso di una paziente

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Un 37enne della provincia di Treviso è accusato di essersi finto medico dal 2013 al 2015. L'uomo è stato scoperto dopo la morte di una sua paziente.

Dal 2013 al 2015 ha esercitato la professione di medico nella provincia di Treviso, o meglio di finto medico perché il 37enne Massimo Rossi non si era mai laureato. L’uomo svolgeva infatti da anni l’esercizio abusivo della professione ed è stato scoperto soltanto in seguito alla morte di una sua paziente, parente della sua fidanzata, deceduta nel 2014. A quel punto la copertura è saltata ma da allora Rossi si è reso irreperibile, tanto da finire a processo in contumacia e da non essere rintracciabile nemmeno dal suo avvocato.

Finto medico operava a Treviso

A far sorgere i primi sospetti sulla vera identità di Massimo Rossi fu la morte nel 2014 di una sua paziente, parente della fidanzata che la donna aveva affidato alle sue cure fidandosi delle sue presunte capacità diagnostiche. La paziente soffriva già di alcune patologie pregresse e la morte è sopraggiunta prima che potesse iniziare la terapia farmacologica prescritta dal 37enne, che pertanto non può averne causato direttamente il decesso. La donna ha però perso la vita in presenza del falso medico, e quando i sanitari del 118 giunti sul posto gli hanno chiesto di compilare il certificato di morte questi avrebbe rifiutato adducendo scuse poco credibili.

È stato solo a questo punto che sono emersi i sospetti sull’uomo, tanto da far partire una segnalazione al comando dei Carabinieri di Piombino Dese, in provincia di Padova. In poco tempo è saltata fuori l’amara verità: cioè che Massimo Rossi non era medico e che dal 2013 al 2015 aveva “curato” i suoi pazienti abusando dell’esercizio della professione.

Il processo

Da quel momento Rossi si è reso irreperibile, rifiutando persino di comunicare con l’avvocato che lui stesso aveva nominato per farsi difendere durante il processo a suo carico nel quale è accusato in contumacia di esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona. Anche l’indirizzo fornito da Rossi (un’abitazione in piazza San Marco a Venezia) risulta falso, tanto da costringere il suo legale a rinunciare alla pratica. Il giudice ha pertanto nominato un avvocato d’ufficio per occuparsi del caso odierno e delle precedenti accusa a carico del 37enne, che già in passato era stato accusato di aver fornito false generalità e di aver soggiornato in alcuni hotel senza poi saldare il conto.