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Prete condannato a 12 anni per abusi su minori: "Mi sono pentito"

Prete condannato per abusi

Il sacerdote aveva anche minacciato di far intervenire la criminalità organizzata contro le famiglie che l'avevano denunciato.

Dopo la sentenza di primo grado che gli aveva comminato una pena di 14 anni di reclusione, il prete catanese arrestato per abusi è stato condannato in secondo grado a 12 anni. L’uomo si ritiene pentito e ha anche scritto una confessione presentata alla corte d’Appello.

Prete condannato per abusi a Catania

Nel 2017 era stato arrestato con l’accusa di violenze sessuali su minori. Stando agli atti, avrebbe cosparso dei minorenni con olio santo facendo loro credere che questi gesti fossero atti purificatori che alleviassero le loro sofferenze interiori. Per le vittime, almeno cinque, risultava difficile opporsi, tanto che quando una di loro aveva tentato di sottrarsi a questo rituale era stata accusata di calunnie nei confronti del sacerdote. Per quanto subito, aveva anche tentato il suicidio.

Non solo. Il prete aveva anche minacciato le famiglie che l’avevano denunciato di far intervenire contro di loro membri della criminalità organizzata. A portare alla luce tutto ciò sono state le indagini coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Marisa Scavo e dal sostituto Laura Garufi. Ciò che è emerso è costato a padre Pio Guidolin due sentenze di condanna. Oltre a rimanere recluso, lo stesso dovrà anche risarcire i familiari delle vittime con una somma di 10.000 euro.

Il pentimento

Nel corso di questi due anni che ha trascorso in carcere in attesa di giudizio, Guidolin ha mostrato segni di pentimento per quanto fatto. Ha infatti presentato una confessione scritta in cui si legge “Ho molto riflettuto e questa riflessione credo abbia fatto di me un altro uomo“. Continua spiegando di essere amareggiato e pentito, consapevole di aver fatto del male ai ragazzi e a tutti coloro che credevano in lui.

Chiede per questo che la magistratura abbia considerazione del suo stato d’animo “che è quello di una persona profondamente cambiata“. Il suo legale ha infatti chiesto alla corte d’Appello di concedergli i domiciliari, dato che “non essendo più sacerdote non potrà reiterare i fatti“.