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Detenuto cerca di sgozzare la fidanzata: tunisino tenta il suicidio

Detenuto cerca di sgozzare la fidanzata

Gli hanno negato una sigaretta e così il tunisino di 36 anni ha tentato il suicidio nel reparto psichiatrico dell'ospedale Molinette di Torino

Mohamed Safi, tunisino di 36 anni, nel giugno del 2008 aveva ucciso l’ex compagna Alessandra Mainolfi, che all’epoca dei fatti aveva solo 21 anni. Per quel folle omicidio era stato condannato a 12 anni di carcere. Tra venerdì 18 e sabato 19 ottobre 2019 però, ha compiuto un altro gesto disumano. Infatti, in un permesso dal lavoro, il detenuto cerca di sgozzare la fidanzata con dei cocci di bottiglia. Sarebbe stata la sciarpa che portava al collo a salvarla. La compagna, 43 anni, aveva scoperto da poco che Safi era stato condannato per omicidio. Per questo motivo, aveva deciso di mettere un punto alla loro storia. L’uomo non l’avrebbe accettato e così l’ha brutalmente aggredita davanti al portone di casa. A poche ore dal fermo, nel reparto psichiatrico dell’ospedale Molinette di Torino, il tunisino ha tentato il suicidio.

Detenuto cerca di sgozzare la fidanzata

Safi ha usato un camice monouso e alcuni brandelli di garza: così ha cercato di togliersi la vita dopo che gli avevano negato una sigaretta. A salvarlo sono stati gli uomini della polizia penitenziaria.

Subito dopo il drammatico episodio diversi politici hanno espresso la propria vicinanza alla vittima, che è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico durato circa 3 ore. Prima la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che sul suo profilo Twitter ha scritto: “Siamo vicini alla vittima di questo ennesimo tentato femminicidio. Tema che rimane grave e urgente nel Paese”. Pietro Di Lorenzo, segretario generale del sindacato Siap, ha ringraziato i colleghi, spiegando che “l’intervento delle volanti ha impedito che si portasse a compimento l’ennesimo feroce femminicidio”.