> > Genitori di Renzi, chiuse le indagini: "Bancarotta fraudolenta e fatture false"

Genitori di Renzi, chiuse le indagini: "Bancarotta fraudolenta e fatture false"

genitori renzi processo inchiesta

I genitori dell'ex premier sono accusati di bancarotta fraudolenta e fatturazione falsa: si è chiusa l'inchiesta della Procura di Firenze.

Si è chiuso un filone di indagini su Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier. La Procura di Firenze ha notificato la fine dell’inchiesta e ha contestato il reato di bancarotta fraudolenta e di fatture false nella gestione delle cooperative Europe Service, Delivery e Marmodiv. La difesa ha ora a disposizione 20 giorni per presentare nuove prove o memorie, prima della richiesta del processo. La coppia era stata arrestata nel mese di febbraio con l’accusa di “aver fatto sparire qualsiasi documentazione societaria delle cooperative fallite”.

Genitori di Renzi accusati di fatture false

Il procuratore Giuseppe Creazzo e il procuratore aggiunto Luca Turco hanno parlato di un “sistema” messo a punto dai genitori di Matteo Renzi a partire dal 2009 (anno di fondazione della Delivery) attraverso false fatture e scaricando i debiti sulle cooperative. I coniugi, arrestati nel febbraio 2019, sono stati scarcerati su disposizione del Tribunale del Riesame, ma ordinando l’interdizione di Renzi e Bovoli dall’attività di imprenditori per un totale di otto mesi.

Coniugi Renzi condannati

Lo scorso 7 ottobre si è concluso il processo di un altro filone d’inchiesta per fatture false contro i genitori di Matteo Renzi e l’imprenditore Luigi D’Agostino. Il giudice Fabio Gugliotta ha accolto la richiesta del pm Christine von Borries e ha condannato i coniugi a un anno e nove mesi di reclusione, pena sospesa. D’Agostino ha testimoniato in aula contro gli altri due imputati, riferendo di essere vittima di una “sudditanza psicologica” nei loro confronti. Nel 2015, Tiziano Renzi e la moglie hanno emesso due fatture false, rispettivamente da 20 mila e 140 mila euro, per consulenze a società legate a D’Agostino. Le operazioni che avrebbero dovuto giustificare tali fatture (il potenziamento delle attività commerciali dell’outlet The Mall) sarebbero però inesistenti.