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Cassazione frena referendum sulla legge elettorale: serve integrazione

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La Corte di Cassazione ha chiesto ulteriori elementi per il referendum sulla legge elettorale: il termine di presentazione è l'8 novembre.

Matteo Salvini è stato il primo a lanciare la proposta di referendum abrogativo per modificare l’attuale legge elettorale, il Rosatellum. L’annuncio era arrivato durante l’assemblea degli amministratori locale della Lega e del centrodestra a Milano. Nelle idee del leghista, infatti, vi era l’abolizione della parte proporzionale a favore di un sistema maggioritario puro. La proposta, inoltre, era stata discussa e approvata da ben 8 regioni e il quesito era stato depositato lo scorso 30 settembre. Tuttavia la Corte di Cassazione ha messo un freno al referendum sulla legge elettorale e ha richiesto un’integrazione entro l’8 novembre.

Cassazione, referendum legge elettorale

Un comunicato della regione Piemonte ha messo in luce le richieste della Corte di Cassazione in merito alla proposta di referendum abrogativo sulla legge elettorale. I giudici avrebbero chiesto l’integrazione del quesito referendario e l’invito a cambiare denominazione per identificare il quesito stesso. Il termine ultime è l’8 novembre. La legge approvata dal centrodestra a Palazzo Lascaris, infatti, non è sufficiente secondo la Corte e il quesito deve contenere “l’integrale trascrizione dei testi delle disposizioni di cui si chiede l’abrogazione”. Il processo è stato lungo e caratterizzato da ostruzionismo e barricate da parte dell’opposizione.

I consigli regionali delle sette regioni e del Piemonte, dunque, dovranno riunirsi nuovamente contrastando le opposizioni di centrosinistra e M5s. Ricordiamo, infatti, che la prima proposta era stata approvata in un lasso temporale lungo e con assemblee convocate di giorno e di notte. I partiti di minoranza, inoltre, contestavano e accusavano Cirio di preoccuparsi “dei problemi di Salvini e non di quelli del Piemonte”.