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Pagare il caffè con il bancomat costa 40 centesimi in più: la protesta

pagare caffè con bancomat

Pagare il caffè con il bancomat è possibile, ma alcuni baristi stanno avviando una protesta per disincentivare tale comportamento.

Una legge entrata in vigore nel 2017 obbliga gli esercenti e i commercianti ad accettare qualunque tipo di pagamento, anche se si tratta di pochi spiccioli. In convergenza al sistema europeo, dunque, il cliente può pagare anche un caffè utilizzando il bancomat. Tuttavia, all’interno delle realtà commerciali emergono spesso cartelli che vietano l’utilizzo della carta di credito al di sotto di una certa somma di denaro. Questi manifesti non sono consentiti, ma il Comune specifica che “i controlli ci sono, spetta alla Guardia di Finanza effettuarli”.

Pagare il caffè con il bancomat

Ormai è una realtà affermata: pagare il caffè con il bancomat o la carta di credito è possibile e previsto da una legge del 2017. Nonostante si tratta di pochi spiccioli, solitamente attorno all’euro, i clienti possono utilizzare il metodo di pagamento da loro preferito. Tuttavia, alcuni baristi hanno dato il via alla rivolta che prevede l’aumento del prezzo del caffè per coloro che pagano con bancomat. Tutto ciò per disincentivare il pagamento elettronico per pochi spiccioli.

Gli episodi si sono verificati in tre locali di Casarsa, Zoppola, Pordenone: i baristi hanno dovuto far fronte ai costi elevati dei pos. In stazione a Casarsa il servizio prevede tariffe specifiche: “Un caffè? Se paga con i contanti è un euro, se invece sceglie le carte sono 40 centesimi in più“. Situazione simile anche a Pordenone, dove il prezzo lievita fino a due euro e venti centesimi. Infine, a Zoppola alcuni esercenti non accettano categoricamente i pagamenti con le carte di credito o bancomat.