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Bimbo morto a scuola, la lettera aperta di alcuni insegnanti di Milano

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Un gruppo di insegnanti di una scuola di Milano ha scritto una lettera aperta a seguito della morte del bimbo caduto dalle scale lo scorso 18 ottobre.

All’indomani dei funerali del piccolo Leonardo, il bimbo di prima elementare morto dopo essere caduto dalle scale lo scorso 18 ottobre, un gruppo di insegnanti di Milano ha deciso di scrivere una lettera aperta per denunciare le precarie condizioni in cui sono costretti a svolgere le proprie mansioni ogni giorno. Nella lettera si fa preciso riferimenti ai continui tagli che la scuola italiana ha subito nel corso degli ultimi anni, con conseguente diminuzione della sicurezza degli istituti e e impoverimento dell’offerta formativa rivolta agli alunni.

Bimbo morto a scuola, la lettera degli insegnanti

Al fine di sensibilizzare in merito alla scarsa sicurezza presente all’interno degli istituti del nostro Paese, il piccolo gruppo di insegnanti di una scuola di Milano ha composto una breve riflessione partendo da tragico evento del bimbo caduto dalle scale dell’istituto Pirelli: “Quello che è accaduto scuote la scuola ormai da anni in una situazione di grandissima sofferenza. I tagli di bilancio hanno drasticamente ridotto le compresenze, i sostegni, i collaboratori scolastici mantenendo però, anzi innalzando, le richieste didattiche ed educative. Questo ha impoverito l’offerta formativa che spesso non siamo in grado di soddisfare e la sicurezza”.

I docenti spiegano inoltre come la scarsità di risorse e di personale li costringa spesso a dover aggiungere alunni tra le varie classi in caso di assenza di un insegnante, aumentando così le difficoltà nel portare avanti decentemente il programma scolastico: “Ci troviamo a gestire classi di 23/25 alunni ai quali talvolta vengono aggiunti gli “ospiti” cioè gruppi di 4/5 bambini che sono distribuiti nelle varie classi quando, non essendoci più la possibilità di nominare le supplenti e l’insegnante di classe è assente, non si riesce a trovare una supplenza interna all’istituto. E magari nella classe di 23/25 alunni, sono inseriti bambini certificati e non, con disturbi di vario genere e tipo”.

I bambini relegati in secondo piano

Nel finale della lettera gli insegnanti concludono con un velo di amarezza ammettendo come il dover gestire tutte le carenze degli istituto stia gradualmente portando a mettere in secondo piano l’educazione e la sicurezza dei bambini, facendo particolare riferimento al caso del piccolo Leonardo: “Questa è ormai la scuola dell’ emergenza. Spesso perdiamo tempo ed energie a discutere del PTOF che deve soddisfare i genitori, a compilare verbali, redigere registri….ci troviamo sempre più spesso a constatare che la priorità della scuola non sono più bambini. Perché la morte di Leonardo non sia solo un tragico, sterile, incidente è necessario che chi può e deve, a tutti i livelli, si metta in discussione e si adoperi perché incidenti come questo non si verifichino più“.