> > Terremoto nel Tirreno, continua lo sciame sismico al largo di Cosenza

Terremoto nel Tirreno, continua lo sciame sismico al largo di Cosenza

terremoto-sciame-sismico-tirreno

Dopo la prima scossa di venerdì mattina, almeno una decina di terremoti sottomarini sono stati registrati al largo della provincia di Cosenza.

Continua lo sciame sismico nel Mar Tirreno iniziato nella giornata del 25 ottobre con un terremoto al largo delle coste della provincia di Cosenza. Nel corso delle ultime 25 ore sono state infatti registrate ben dieci scosse sismiche che vanno dalle 6:31 di venerdì mattina fino al pomeriggio di questo sabato. Proprio la prima scossa è stata anche quella più potente, con una magnitudo di 4.4 gradi della scala Richter avvertita distintamente anche dalla popolazione locale.

Terremoto nel Tirreno, continua lo sciame sismico

La prima scossa di terremoto è stata registrata nei pressi del comune cosentino di Scalea ed aveva un ipocentro situato a circa 11 chilometri di profondità. Il sisma ha immediatamente scatenato il panico tra la popolazione, con numerose persone scese in strada e il blocco della circolazione ferroviaria. La scossa è stata avvertita non solo a Cosenza, ma anche nella provincia di Vibo Valentia fino ad arrivare alla Basilicata.


L’ultima scossa registrata, apparentemente non collegata allo sciame sismico calabrese, risale invece al primo pomeriggio di sabato 26 ottobre quando un sisma di 3.6 gradi di magnitudo ha colpito il Tirreno meridionale ad una profondità di 27 chilometri. Il sisma è stato avvertito anche sulle coste catanesi.

Il parere dei geologi

Stando a quanto riportato dagli esperti, lo sciame sismico del cosentino sarebbe da attribuire ad alcuni fenomeni geologici di subduzione della litosfera ionica, scatenatisi al di sotto dell’Arco calabro-peloritano. I suddetti fenomeni sono riconducibili infatti all’attività geologica del complesso vulcanico sottomarino Ovidio, scoperto di recente, formatosi negli ultimi 780mila anni. Al contrario di quanto affermato sui social tuttavia, questi movimenti tellurici non sono attribuibili all’attività del potente vulcano Marsili, bensì a quella della più mite faglia sottomarina Palinuro Step.