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Bologna: perseguitata dallo stalker che l'aveva violentata da bimba

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La seguiva e continuava a minacciarla di ucciderla. Chiama ai Carabinieri dicendo: "Vi faccio trovare il corpo davanti la caserma".

Un incubo senza fine. Tutto inizia nel 2001, quando un ragazzo di 18 anni stupra la vicina di casa di 12. La vittima tace per molto tempo: trova il coraggio di parlare solamente quando raggiunge la maggiore età. Lo stupratore finisce in carcere, nell’istituto penitenziario di Bollate (Milano). Esce a metà del 2018. Dopo pochi mesi in libertà, torna alla carica. Troppo il risentimento, la rabbia e il desiderio di vendetta verso quella ragazza. Inizia ad appostarsi dove lei lavora come impiegata. “Deve morire”, dice.

I titolari dell’azienda decidono allora di trasferire la donna per la sua sicurezza, la quale chiede aiuto ai Carabinieri della stazione di Bologna Indipendenza. Davanti ai militari è costretta a rivivere tutto, raccontando il suo passato e il suo presente.

Bologna: perseguitata dallo stalker

La donna dice anche che prima di presentarsi di persona davanti al suo luogo di lavoro, lui l’aveva prima minacciata su Facebook, pubblicando sul suo profilo il video di un uomo che molesta una donna. Siamo all’inizio del 2019.

I Carabinieri iniziano allora ad indagare sull’uomo e scoprono che non ha una fissa dimora. Gli inquirenti non riescono a trovarlo ed è l’avvocato a dirgli che gli è stata notificata la chiusura delle indagini, un atto che di solito prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.

Appena viene a saperlo, l’aggressore perde la testa. Prende il telefono e chiama i Carabinieri dicendo: “Vi faccio trovare il corpo davanti alla caserma”. A questo punto, il magistrato Bruno Fedeli e la giudice Francesca Zavaglia chiedono la custodia cautelare in carcere. I Carabinieri lo trovano a casa della madre, a Bologna. Ora si trova in prigione.