Sono da poco iniziate le indagini sul decesso di Erika De Leo, la 31enne morta durante il parto presso l’ospedale di Sant’Eugenio. Dopo nove giorni dal parto, è deceduta anche la bambina. La procura ha iniziato a iscrivere nel registro degli indagati nove camici bianchi con l’accusa di omicidio colposo.
Morta anche la bambina
A nove giorni dalla morte di Erika Di Leo, si è spenta anche la bambina che la 31enne aveva dato alla luce. Al momento i medici sospettano che il decesso sia da attribuire a complicanze cerebrali.
Donna morta durante il parto
Si tratta dell’intera equipe medica che era presente durante il parto e le operazioni successive. Tra loro figurano chirurghi, ginecologi e anestesisti. L’atto consentirà loro di partecipare agli atti istruttori e nominare un consulente che assista all’autopsia.
Gli esami per accertare le cause della morte della paziente non sono ancora stati ultimati. Si riapriranno infatti i primi giorni di dicembre 2019 e avranno l’obiettivo di verificare cosa sia stato a provocare l’emorragia a cui è andata incontro. Le ipotesi per ora in campo sono che a causarla sia stata una placenta aderente all’utero, non diagnosticata in precedenza dal ginecologo, o le manovre del parto d’urgenza.
I fatti risalgono al 5 novembre 2019. Nel pomeriggio Erika, alla ventinovesima settimana di gravidanza, aveva accusato dolori seguiti da perdite ematiche. Immediato il ricovero presso l’ospedale, dove la piccola è nata intorno alle 18:30. Durante il parto si sarebbero però verificate delle complicanze che l’hanno portata ad un arresto cardiaco nonostante un intervento ricostruttivo delicato tentato dai medici. La donna è morta in tarda serata.
La famiglia ha sporto denuncia e si è rivolta all’avvocato Giovanna Mazza per “capire come e perché è deceduta, atto che dobbiamo alle bambine“. Il pm Roberto Felici l’ha raccolta e ha nominato due specialisti per gli accertamenti, il medico legale Silvestro Mauriello e il ginecologo Francesco Sesti. A sua volta i De Leo hanno nominato un loro medico legale di fiducia per seguire le operazioni: trattasi di Antonio Oliva, professore dell’Università Cattolica.