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Cosa c'è nell'acqua della laguna di Venezia: il rapporto dell'Unesco

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L'acqua della laguna di Venezia è stata analizzata dall'Unesco: in un recente rapporto sono emerse scoperte interessanti.

La laguna di Venezia si estende per circa 550 chilometri quadrati e rientra nei Patrimoni dell’Umanità e dell’Unesco. L’8% della sua superficie totale, inoltre, sono terreni emersi: tra questi anche la città di Venezia e le isolette. Il 12%, invece, è costituito da acqua o canali dragati. Infine, il restante 80% è occupato fango, paludi d’acqua salata o casse artificiali di colmata. Tuttavia, un recente documento dell’Unesco ha rivelato cosa si nasconde nell’acqua della laguna di Venezia: il report rivela qualcosa di curioso.

Venezia, cosa c’è nell’acqua della laguna

La laguna di Venezia si compone di tre bocche di porto: Lido-S. Nicolò, Malamocco e Chioggia. La zona si estende per 550 chilometri quadrati, che secondo l’Unesco, non nascondono granché. Infatti, un recente rapporto ha rivelato cosa si cela nell’acqua della laguna di Venezia. Secondo quanto rilevato, ci sarebbe un’alta percentuale di elementi inquinanti che abbonda nelle acque limitrofe al capoluogo veneto. Questi scarichi deriverebbero da stabilimenti industriali di origine civile e agricola che riversano nella laguna i liquidi di scarto. Tra i nomi che spiccano in questo campo ci sono l’insediamento industriale di Porto Marghera e il Petrolchimico, che per anni hanno sversato in laguna fonti di inquinamento.

Non sono soltanto prodotti industriali a causare tutto ciò: secondo l’Unesco, buona parte del lavoro è svolta anche dagli scarichi domestici privi di adeguati sistemi di depurazione.

Come migliorare la qualità dell’acqua

L’Unesco ha evidenziato 7 punti principali per migliorare la situazione e la qualità dell’acqua nella laguna di Venezia:

  1. Migliorare la qualità dei corsi d’acqua del bacino scolante seguendo gli indirizzi del nuovo Piano del distretto.
  2. Ridurre i carichi inquinanti in laguna provenienti dalle attività industriali, agricole e dai reflui urbani.
  3. Completare la conterminazione dei siti inquinati di Marghera.
  4. Attuare gli interventi di messa in sicurezza del Sito di interesse nazionale di Porto Marghera avviati dal Magistrato alle acque di Venezia.
  5. Allontanare il traffico delle petroliere in laguna per prevenire il rischio di un disastro ecologico.
  6. Realizzare maggiori aree umide di fitodepurazione lungo la gronda lagunare e sul bacino scolante.
  7. Attuare operazioni di dragaggio e asportazione dei sedimenti contaminati dai fondali dei canali industriali.