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Ora legale, il no dell’Italia alla proposta dell’Unione europea

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L'Italia dice no all'abolizione dell'ora legale proposta dall'Ue. Tre le principali motivazioni alla base della scelta espressa nel "position paper".

Nessuna abolizione dell’ora legale per l’Italia che ha chiesto all’Unione europea di mantenere il doppio orario. Ogni Paese infatti potrà decidere, a partire dal 2021, se adottare l’ora legale o l’ora solare per l’intero arco dell’anno. Il governo italiano ha depositato nel giugno del 2019 il proprio “position paper” sul tema, nel quale ha spiegato i tre motivi sulla base dei quali si è preferito mantenere il cambio d’ora.

Ora legale, i motivi del no dell’Italia

Il no all’abolizione dell’ora legale, espresso dall’allora governo giallo-verde, trova la sua giustificazione su tre preoccupazioni. La prima riguarda una mancata valutazione dell’impatto dell’abolizione, che riesca a prospettare i reali vantaggi e svantaggi di questo cambio orario. Secondo Roma non ci sarebbero infatti prove scientifiche sui cambiamenti psicofisici derivati dai passaggi da una fascia oraria all’altra. Questo nonostante diversi esponenti del mondo della medicina abbiano a gran voce affermato il contrario.

Il secondo motivo riguarda fattori puramente economici. Secondo il governo, il cambio dall’ora solare a quella legale consentirebbe ai cittadini di accendere le luci un’ora dopo per sei mesi, con derivante risparmio energetico e monetario, quantificabile in circa 100 milioni di euro ogni anno.

La terza motivazione sarebbe quella di creare un rischioso caos di fusi orari, dentro l’Unione europea, che potrebbe compromettere il corretto funzionamento del mercato interno. Per il momento questa posizione espressa dal governo lo scorso giugno non è stata messa in dubbio dall’attuale governo Conte Bis.

Nei prossimi mesi il Parlamento e la Commissione europea riprenderanno la discussione sul tema, che al momento non è considerato di prioritaria importanza. Per il momento la maggior parte dei Paesi del nord Europa sono favorevoli all’abolizione dell’ora legale mentre quelli del sud sono tendenzialmente contrari e preferirebbero mantenere il doppio fuso orario.