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Picchiata dal fidanzato a Bastia Umbra: pubblica le foto su Facebook

Bastia Umbra aggressione

A Bastia Umbra, Caterina è stata picchiata dal fidanzato "socialmente pericoloso" e ha pubblicato su Facebook le foto che testimoniano la violenza.

A Bastia Umbra la 22enne Caterina Degli Esposti è stata violentemente picchiata dal fidanzato. Poco dopo l’aggressione, la ragazza ha pubblicato le foto del suo volto su Facebook, testimoniando così le violenze subite. Le foto pubblicate sul profilo social della ragazza incriminano il giovane e testimoniano la violenza a danni della fidanzata, Caterina scrive:” Così mi ha ridotto divertendosi”.

Picchiata dal fidanzato a Bastia Umbra

Due anni prima dell’accaduto, l’uomo venne accusato di tentato omicidio e successivamente condannato per lesioni gravi in seguito a un violento scontro con un 28enne. L’aggressore staccò a morsi un orecchio alla vittima e tentò di colpirlo sul viso con una bottiglia.

Una volta incriminato, il giovane ottenne la possibilità di scontare la condanna ai domiciliari, con l’obbligo di visitare il centro di salute mentale. Infatti, secondo la perizia psichiatrica firmata da Franco Simonucci nel 2017, gli venne diagnosticata un “grave disturbo borderline della personalità” e “rispetto alla pericolosità sociale, non può ritenersi ancora esclusa”.

Tornato in libertà il 5 dicembre, il fidanzato di Caterina Degli Esposti l’ha brutalmente aggredita. Secondo l’avvocato Luca Maori, difensore della prima vittima, “questa vicenda è la dimostrazione evidente che lo Stato non difende le sue vittime. Dopo l’aggressione al 28enne di Bastia che in una fase iniziale, era stata considerata tentato omicidio, c’è stata la perizia in cui il soggetto viene ritenuto socialmente pericoloso. Ebbene non sono stati presi provvedimenti fino alla condanna, che è poi culminata coi domiciliari. Dopo quel fatto così grave, consumato per futili motivi, una partita a ping pong, l’aggressore non è passato per un istituto di detenzione o recupero. La stessa cosa sta accadendo ora. La domanda è: le vittime chi le tutela?”