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Tombe profanate a Udine: rubati monili in oro

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Due tombe appartenenti a una famiglia di origini nomade (Braidich/Hudorovich) sono state profanate nel cimitero urbano di Udine.

Sono gravissimi e senza precedenti gli atti di vilipendio commessi nel cimitero urbano di San Vito a Udine. La profanazione è stata scoperta mercoledì 11 Dicembre 2019. La tomba di famiglia profanata appartiene a una famiglia di origini nomadi: Braidich/Hudorovich. Le due bare sono state squarciate e i resti delle salme oltraggiati per rubare monili in oro.

Difficile risalire alle cause esatte. Infatti, in Friuli non ci sono faide tra clan tali da giustificare una simile azione. Inoltre, la famiglia non ha motivo di temere ritorsioni perchè è ben integrata nel tessuto sociale cittadino. L’avvocato che sta seguendo il caso, Piergiorgio Bertoli, ha detto: “Sono tutti sotto choc. Hanno una particolare attenzione per i defunti, per loro oltraggiare i morti è una maledizione, nessuno avrebbe osato fare una cosa del genere”.

Tombe profanate a Udine

In base ad una prima ricostruzione, ad accorgersi del furto è stato un membro della famiglia recatosi al cimitero. Giunto sul suolo sacro, ha scoperto che la pesante lastra di granito era stata spostata (per farlo sono necessarie almeno tre persone).

Il consulente per la prevenzione del crimine Edi Sanson, che assieme a Bertoli assiste la famiglia danneggiata, ha detto: ” Ora si apre un problema di sicurezza per luoghi come questo, completamente alla portata di malintenzionati. I rappresentati della famiglia, integrata e inserita ormai nel tessuto sociale, faticano a immaginare che qualcuno ce la possa avere con loro arrivando a gesti così estremi”.

Durante le indagini, gli agenti hanno trovato sotto le macerie della cripta una mascherina, simile a quelle utilizzate dal personale sanitario negli ospedali. L’elemento sarà oggetto di analisi per avere informazioni utili a risalire ai malviventi. Inoltre, verrano visionate le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona cimiteriale, nella speranza che abbiano ripreso qualcosa che gli inquirenti possono usare.