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Lotto di burro di arachidi ritirato dal commercio: contiene tossine

Burro di arachidi ritirato

Il Ministero della Salute ha ritirato dal mercato un lotto di burro di arachidi, contiene elevate quantità di tossine dannose per l'uomo: i dettagli.

Il Ministero della Salute ha ritirato dal commercio un lotto di burro di arachidi e ne ha vietato il consumo. Il prodotto, venduto in una confezione da sei vasetti in vetro, scadrà nel 2022. La causa di questa decisione? Il superamento dei limiti di aflatossine imposti dal regolamento.

Lotto di burro di arachidi ritirato

Un intero lotto di burro di arachidi prodotto da Cleaspring, è stato ritirato dal mercato. Il Ministero della Salute ne ha vietato vendita e consumo. La sigla del lotto incriminato è: E193894. Si tratta di un prodotto commercializzato da Mediterranea Srl. Si trovava in commercio in una confezione composta da sei vasetti di vetro da 350 grammi. La scadenza a cui bisogna prestare attenzione è 30/11/2022.

Burro di arachidi ritirato

Le aflatossine sono micotossine prodotte da specie fungine altamente tossiche. Queste sono ritenute tra le sostanze più cancerogene esistenti. Stando all’European Food Safety Authority (EFSA), le aflatossine sarebbero inoltre genotossiche, ovvero in grado di danneggiare l’informazione genetica all’interno delle cellule, portando a mutazioni. I livelli tollerabili dall’Unione Europea sono diversi a seconda dell’articolo in vendita. Per quanto riguarda il burro di arachidi, il limite consentito è di 2 microgrammi per chilogrammo.

Non è nota la quantità trovata all’interno del lotto ritirato dal commercio.

Prodotti in cui è presente la microtossina

I prodotti alimentari che consumiamo abitualmente che contengono questa microtossina sono molti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stilato un elenco in cui troviamo: frutta a guscio, il granturco, il riso, i fichi, alcune spezie, gli oli vegetali, i semi di cacao. Tuttavia le quantità presenti in questi alimenti sono irrilevanti: il corpo umano se ne libera molto facilmente. L’OMS consiglia un’esposizione alle aflatossine tramite gli alimenti il più bassa possibile.