> > Serraj a Palazzo Chigi da Conte: "Ok alla tregua, ma Haftar si ritiri"

Serraj a Palazzo Chigi da Conte: "Ok alla tregua, ma Haftar si ritiri"

sarraj conte

L'incontro tra Serraj e Conte è durato tre ore: il primo ministro del governo di Tripoli ha accettato il cessate il fuoco a una condizione.

Giuseppe Conte ha accolto nelle sede del governo il premier libico Serraj: l’incontro tra i due leader è volto alla discussione della crisi in Libia. Al centro delle discussioni, però, ci sono anche la tregua chiesta da Turchia e Russia e la “conferenza di Berlino”. Dopo aver disertato il colloquio che doveva svolgersi lo scorso mercoledì, Serraj è giunto in Italia ed è stato accolto dal picchetto d’onore. Il leader aveva annullato l’incontro per la seccatura nel vedere la calda accoglienza riservata al rivale Khalifa Haftar.

Palazzo Chigi, Serraj da Conte

L’Italia sta cercando di dialogare con tutti gli attori in campo per cercare una soluzione alla crisi libica: su questo tema verte anche l’incontro tra il premier Conte e il primi ministro Serraj. Dopo aver discusso con il generale della Cirenaica, Khalifa Haftar, infatti, il presidente del Consiglio si prepara a una serie di incontri: lunedì 13 gennaio in mattinana raggiungerà la Turchia dove sarà ricevuto dal presidente, Recep Tayyip Erdogan. Nel pomeriggio, invece, volerà in Egitto dove incontrerà il presidente, Abdel Fattah al Sisi.

“Siamo estremamente preoccupati per l’escalation” in Libia. “Gli ultimi sviluppi stanno rendendo un paese una polveriera con forti ripercussioni, temiamo, sull’intera regione”. Sono queste le prime parole del premier Giuseppe Conte al termine dell’incontro. Bisogna “assolutamente fermare il conflitto interno e le interferenze esterne“. “L’Italia ha sempre linearmente, coerentemente lavorato per una soluzione politica – ha aggiunto anche -, per contrastare l’opzione militare, ritenendo l’opzione politica l’unica prospettiva che possa garantire al popolo libico benessere e prosperità. Non abbiamo altri obiettivi, non abbiamo agende nascoste”. L’impegno è verso “un coinvolgimento ancor maggiore dell’Unione europea – ha spiegato Conte -, perché siamo convinti che questo intervento offra la massima garanzia di non rimettere le sorti future del popolo libico alla volontà di singoli attori”.

“Ho rappresentato con forza questa posizione anche al generale Haftar” ha proseguito il presidente del Consiglio. “Ho espresso tutta la mia costernazione per l’attacco del 4 gennaio scorso a Tripoli all’accademia militare”. Inoltre, “posso garantire che l’Italia continuerà a lavorare in modo convinto e determinato a sostegno del popolo libico, per offrire tutte le garanzie per un futuro di pace, stabilità e benessere” ha concluso.

Le parole di Serraj

Al termine dell’incontro con Conte, anche Serraj ha espresso un suo commento, sottolineando come “l’attacco di Haftar” crei “un impedimento anche all’organizzazione della conferenza di Berlino, che punta al raggiungimento di una soluzione politica”. Tuttavia, ha precisato il primo ministro, “ho avuto modo di apprezzare il ruolo dell’Italia in questo dossier”.

Serraj ha anche dato l’ok al cessato il fuoco spiegando: “Accogliamo con piacere le iniziative della Russia e della Turchia, come iniziative per il cessate il fuoco con la condizione che ci sia un ritiro della fazione avversa che attacca. Ma quella fazione non sembra disponibile a ciò, perché ha un altro modus operandi”.

Luigi Di Maio

Nel frattempo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rivendica le azioni italiane in Libia con un post su Facebook: “In questi giorni ho letto di tante invettive gratuite contro il governo per lo scarso ruolo a livello internazionale dell’Italia – ha scritto il capo politico del Movimento 5 Stelle -. Ma sulla Libia abbiamo già ricevuto a Roma tutti gli attori principali. E sediamo ai tavoli importanti che ci consentono di chiedere alle parti un cessate il fuoco immediato“. “Qualche giorno fa – ricorda ancora Di Maio -, nel mio incontro ad Istanbul con il Ministro turco Cavusoglu, abbiamo convenuto sul fatto di lavorare ad un tavolo Russia, Turchia e Italia per la Libia. Avevamo chiesto anche di coinvolgere nella conferenza di Berlino i paesi limitrofi alla Libia. E siamo contenti che l’Algeria sia stata coinvolta. Ora speriamo anche negli altri”.