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Morto il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa: aveva 84 anni

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È morto all'età di 84 anni il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa, da quasi sei decenni uno dei protagonisti del mondo dell'informazione italiana.

È morto Giampaolo Pansa; il celebre giornalista e scrittore italiano è deceduto all’età di 84 anni nella serata del 12 gennaio. Nato nel 1935 a Casale Monferrato, nel corso della sua lunga carriera Pansa collaborato con numerosi quotidiani e periodici tra cui La Stampa, Il Messaggero, L’Espresso e Panorama ed era considerato una delle più autorevoli firme del giornalismo italiano. Negli ultimi anni divenne noto al grande pubblico per le sue inedite e spesso ardite analisi storiche sul fenomeno della Resistenza italiana.

Morto Giampaolo Pansa

Giampaolo Pansa inizio a lavorare come giornalista nel 1961, scrivendo per il quotidiano torinese La Stampa. All’epoca divenne celebre il suo reportage del disastro del Vajont per il quale si recò nei luoghi della tragedia al confine tra il Veneto e il Friuli e che il cui incipit suonava così: “Vi scrivo da un paese che non esiste più”. Dopo una parentesi di quattro anni al quotidiano Il Giorno, nel 1969 tornò a La Stampa dove documentò i convulsi giorni della strage di Piazza Fontana.

Negli anni 70′ diventa inviato speciale per il Corriere della Sera e per La Repubblica, mentre negli anni 80′ inizia la sua collaborazione con i grandi periodi nazionali come Epoca, L’Espresso e Panorama. Proprio su quest’ultimo da inizio alla sua celebre rubrica Il Bestiario, che proseguirà fino ai nostri giorni attraversando diverse testate. Negli ultimi anni passò ai quotidiani Libero e La Verità – entrambi diretti da Maurizio Belpietro – mentre la sua ultima collaborazione è stata quella con il Corriere della Sera iniziata nel settembre 2019

Il libri sulla Resistenza

Una consistente parte della carriera di Giampaolo Pansa è stata incentrata sull’analisi storico-sociale del fenomeno della Resistenza italiana, che l’ha portato ad essere frequentemente criticato e tacciato di revisionismo per i suoi giudizi sui partigiani e sui militari della Repubblica Sociale Italiana che spesso divergevano dall’opinione comune sul tema. Malgrado Pansa si sia sempre occupato di questa tematica lungo tutta la sua carriera (la sua tesi di laurea in scienze politiche s’intitolava Guerra partigiana tra Genova e il Po), fu con il saggio del 2003 Il Sangue dei vinti che la figura del giornalista come storico della Resistenza divenne nota anche al grande pubblico.