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Coronavirus: estetista cinese va in quarantena per tutelare i clienti

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Pur non presentando sintomi del coronavirus, un'estetista cinese di Casale Monferrato ha deciso di mettersi in quarantena per tutelare i clienti.

Episodio singolare quello che arriva dalla provincia di Alessandria, dove un’estetista cinese di Casale Monferrato ha deciso di mettersi in quarantena da sola per precauzione nei confronti del coronavirus. La donna, di nome Gianna Wu, ha infatti deciso di attuare tale misura dopo essere tornata da un viaggio in Cina lo scorso 30 gennaio, pur non presentando alcun sintomo di contagio. Attualmente in Italia sono stati riscontrati soltanto due casi certi del virus, entrambi ricoverati all’Istituto Spallanzani di Roma.

Coronavirus: estetista in quarantena preventiva

Agendo in maniera preventiva per garantire la salute sua e dei suoi clienti, la donna ha abbassato la serranda del suo centro estetico di Casale Monferrato, affiggendo un cartelli in cui avvisava che sarebbe rimasta chiusa per almeno due settimane. L’avviso recita così: “Sono tornata il giorno 30/01/2020, tuttavia per tutelare la clientela e per motivi di sicurezza, prevista in due settimane, il negozio riaprirà il giorno 14/02/2020”.

Come già accennato la donna non ha alcun sintomo di malattie respiratorie, malgrado sia stata in Cina proprio nel periodo in cui è esplosa l’epidemia. La misura intrapresa dall’estetista ha pertanto solo valore precauzionale.

Isolato il virus allo Spallanzani

Nel frattempo, un equipe di medici italiani è riuscita ad isolare il virus presso l’Istituto Spallanzani di Roma, lo stesso ospedale dove nelle serata del 30 gennaio una coppia di turisti cinesi è stata ricoverata per quello che poi è stato confermato come il primo caso di coronavirus nel nostro Paese. Proprio in merito all’isolamento del virus, la direttrice del laboratorio di virologia dello Spallanzani, Maria Rosaria Capobianchi, ha affermato: “La diagnosi è stata fatta su base molecolare e in tempo record. Abbiamo poi fatto crescere il campione biologico del paziente su delle cellule e dopo 24 ore abbiamo osservato l’effetto citopatico”.