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Jennifer Zacconi uccisa e sepolta viva: nessun risarcimento per i parenti

Massacrata sepolta viva

Secondo i giudici, la direttiva europea relativa al risarcimento non può essere applicata in favore dei familiari di Jennifer Zacconi.

Era la notte tra il 29 e il 30 aprile 2006 quando Jennifer Zacconi è stata uccisa dal compagno Lucio Niero, condannato a 30 anni di carcere. I fattori che portarono al raptus omicida dell’uomo maturarono a seguito di un feroce litigio avvenuto nel piazzale di un distributore a Martellago, piccolo Comune in provincia di Venezia. La ragazza è stata picchiata violentemente e poi buttata in una fossa ancora viva e ricoperta con terra e foglie, poco dopo morì agonizzante insieme al bambino che portava in grembo, che sarebbe dovuto nascere pochi giorni dopo. Più di dieci anni dopo, la famiglia di Jennifer Zacconi non ha ancora ottenuto giustizia: la Corte d’Appello di Roma ha infatti respinto la richiesta di risarcimento.

Nessun risarcimento per Jennifer Zacconi

Lunedì 3 febbraio 2020, i giudici della prima corte d’Appello di Roma, hanno deciso che la famiglia di Jennifer Zacconi, non ha diritto al risarcimento di 80mila euro che era stato richiesto. I giudici hanno stravolto la sentenza di primo grado, in quanto secondo loro, non può essere applicata la direttiva europea del 2004 in favore delle vittime di reati violenti commessi negli Stati dell’Unione a favore di Giuseppe Giannone e Anna Maria Giannone, nonno e madre della giovane massacrata e sepolta viva durante il nono mese di gravidanza.

Le dichiarazioni del padre

Il padre della ragazza, a dieci anni dalla morte della figlia, rilasciò un’intervista in cui dichiarò che non riusciva a dimenticare il referto dell’autopsia: “Strappati tutti i capelli, spaccata la spina dorsale, presa a pedate, buttata in una fossa e calpestata quando ancora respirava, con in grembo un bambino che avrebbe partorito pochi giorni dopo”. Aggiunse inoltre: “Ringraziamo le istituzioni, il governo che abbiamo, le leggi che ci sono. Se dopo undici anni e con due omicidi sulle spalle mandano fuori un assassino anche soltanto per una giornata, dentro di me non posso che avere rabbia. Chi paga è la vittima e basta, il carnefice non paga niente”.