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Omicidio Sacchi, soldi nell'auto di Anastasia: "Fu spostata in fretta"

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Omicidio Luca Sacchi, soldi dentro la macchina di Anastasia. L'auto spostata in fretta dall'amico Princi mentre Luca moriva in ospedale.

Omicidio Sacchi, sbucano nuovi indizi. Secondo le ultime indagini ci sarebbero stati altri soldi oltre quelli trovati nello zaino di Anastasia Kylemnyk, fidanzata della vittima. Si infittisce la vicenda, mentre il cerchio si stringe sempre di più attorno la ragazza.

L’auto di Anastasia

C’erano altri soldi oltre quelli trovati nello zaino di Anastasia Kylemnyk e rubati da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due pusher di San Basilio, e per gli inquirenti l’altra somma di denaro si sarebbe trovata nella macchina della ragazza, spostata in fretta e furia da Giovanni Princi mentre Luca si trovava in ospedale. Nell’omicidio di Luca Sacchi più passano i mesi, più la vicenda sembra infittirsi: secondo le ultime ricostruzioni, dopo la sparatoria, Princi avrebbe chiesto ad un amico di accompagnarlo davanti al pub John Cabot per spostare il veicolo ancora fermo davanti al locale. La notte del 23 ottobre, quella che doveva essere una compravendita di droga, era poi sfociata nell’omicidio di Luca, poiché lo spaccio – condotto da Princi e Anastasia – aveva ingolosito Del Grosso, che aveva deciso di prendersi i 70mila euro – cifra pattuita per lo scambio dei 15 chili di erba – senza consegnare la merce. Ma secondo l’ultima formulazione della Procura, nello zaino di Anastasia si trovavano solo una parte dei contanti, mentre il resto era nella sua macchina, spostata prontamente da Princi. Quest’ultima ricostruzione sarebbe condivisa dal tribunale del Riesame, che lo scorso dicembre aveva confermato le misure cautelari a carico di Princi – in carcere – e d’Anastasia, che ha l’obbligo di firma. Su entrambi verte l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.

Le bugie di Anastasia

La versione della Kylemnyk non ha mai, tuttavia, convinto appieno gli inquirenti. Nella prima, quella fornita il giorno dell’omicidio, Anastasia aveva infatti denunciato il fatto omettendo la questione della droga e sostenendo di essere vittima di una rapina. Sottoposta all’interrogatorio di garanzia, aveva dichiarato che Princi le aveva chiesto di tenere una busta dentro la zaino, ignorandone però il contenuto. Su come l’amico avesse le chiavi della sua macchina, aveva dichiarato: “Ho lasciato lo zaino, Giovanni mi ha chiesto anche le chiavi, mi ha detto: Casomai dopo poggio la busta lì dentro”. Affermazione che il Riesame ha bollato come “un inutile tentativo di giustificare la disponibilità da parte di Princi della chiavi”, poiché era stato proprio Princi a riportargliele in ospedale la notte dell’omicidio, dopo aver spostato il veicolo dal luogo in cui era stato inizialmente parcheggiato. “Non è affatto casuale che di tale incombenza si fosse occupato proprio Princi”, hanno successivamente dichiarato i giudici. Il Riesame considera invece fondamentale la testimonianza di Marco Lino, amico di Luca, che aveva accompagnato Princi a recuperare l’auto a seguito dell’operazione di Luca in ospedale. “Mi ha detto di seguirlo nel punto in cui lui avesse acceso le quattro frecce, io mi sarei dovuto fermare ad attenderlo lì. […] Dieci minuti o un quarto d’ora dopo, Giovanni, sempre in auto, mi ha raggiunto in viale Amelia, mi ha detto di seguirlo per fumare una sigaretta. Dopo pochi minuti abbiamo ripreso le rispettive autovetture e siamo andati all’ospedale San Giovanni”. I giudici hanno quindi sottolineato l’evidenza del lasso di tempo trascorso dal momento nella quale Princi si sarebbe allontanato da solo con l’auto della Kylemnyk, considerandolo sospetto. “In assenza di plausibili e lecite spiegazioni, è ragionevole ritenere che nell’auto con cui la Kylemnyk era giunta al pub quella sera ci fosse qualcosa da occultare con assoluta urgenza, verosimilmente la restante somma di denaro, oltre a quella occultata nello zaino della Kylemnyk, destinata ai fornitori”.