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Coronavirus, insulti razzisti a cantante cinese a Venezia

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Ennesimo caso di razzismo da coronavirus a Venezia. Vittima una cantante cinese.

E’ l’ennesimo caso di razzismo causato dal’epidemia del coronavirus quello avvenuto a Venezia. Col dilagare dell’epidemia del virus, molti sono stati i casi di razzismo verso chi appartiene al popolo cinese, come quello che ha coinvolto una coppia di ragazzi su TikTok.

Coronavirus, insulti a una cantante cinese

Questa volta siamo a Venezia, dove vive da anni la cantante cinese Lika Bi. Proprio lei è stata protagonista di insulti e frecciatine da parte di ragazzini che -insensatamente- l’hanno associata al virus che sta mettendo paura alla Cina e non solo. “Vattene via, maledetta cinese. Ci infetti tutti” sono le parole che le avrebbero rivolto dei ragazzi mentre stava andando a lavoro, nei pressi del ponte dei Pugni. La giovane ventisettenne cinese infatti lavora come cantante lirica e presto debutterà al Teatro Malibran, in una produzione della Fenice. Anche se, come lei riferisce, da un po’ di giorni non riesce a uscire di casa. “Stavo attraversando il Campo per andare verso il Conservatorio e il Teatro per le prove. Indossavo la mascherina anche se non ne ho alcun bisogno, cerco di mimetizzarmi e di non dare nell’occhio perché fondamentalmente ho paura. Un gruppo di ragazzi sui venti anni ha iniziato a insultarmi. Frasi irripetibili”.

L’appello della cinese ai Veneziani

Lika Bi ha voluto far notare come casi di razzismo di questo tipo le capitino continuamente. Da quando è iniziata la psicosi collettiva da coronavirus, per lei la gente guarda i cinesi “come se fossimo degli untori“. E di conseguenza molti di loro si chiudono in casa, perché “per strada veniamo trattati come appestati”. La cantante ha lanciato un appello ai veneziani: “Abito in Italia da 6 anni, a Venezia da 4, sono arrivata qui dalla Cina inseguendo un sogno e finalmente sto per realizzarne una piccola parte. Aiutatemi a vivere questo momento così importante della mia vita rispettandomi. Io non ho fatto nulla e non ho alcuna malattia. Essere nata nello Hubei non può essere una colpa“.