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Incidente tra auto e minibus a La Spezia: morto 57enne

incidente La Spezia

Il tamponamento a catena a La Spezia ha coinvolto tre veicoli, tra cui auto e minibus, causando la morte di un 57enne.

Intorno alle 20 di mercoledì 5 febbraio un incidente ha bloccato la circolazione sul raccordo autostradale tra La Spezia e Santo Stefano Magra in direzione nord. Un’auto si sarebbe scontrata con un minibus di una squadra di calcio locale. L’impatto ha causato diversi feriti e un morto, il conducente 57enne originario di Massa Carrara.

L’incidente tra auto e minibus a La Spezia

Le forze dell’ordine stanno indagando sulle possibile dinamiche dell’evento. Secondo le prime ricostruzioni, un’auto avrebbe tamponato il minibus a nove posti, spingendolo contro un’altra vettura. Per parte della serata il tratto autostradale è stato interrotto per permettere i primi rilievi. Sul luogo sono intervenute diverse ambulanze per soccorrere i feriti, mentre i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza le vetture.

Gli incidenti sulle strade

Secondo le statistiche della polizia stradale, il 2020 inizia negativamente per quanto riguarda gli incidenti stradali, in particolare per quanto riguarda i weekend. Se infatti i sinistri rispetto allo stesso periodo del 2019 diminuiscono a 439, le vittime della strade sono le più alte dal 2016. Nei soli giorni tra il 31 gennaio e il 2 febbraio 13 persone sono decedute sulle vie italiane. Di questi, 6 erano under 30.

L’amministrazione di controllo e le forze dell’ordine esprimevano già nel luglio 2019 un parere negativo sulla viabilità italiana: “La riduzione media annua del numero di vittime della strada del nostro Paese, poi, pari a 2,6% nel periodo 2010-2018, è inferiore a quanto stimato per l’obiettivo europeo – ormai irraggiungibile – di dimezzare il numero di morti in incidenti stradali entro il 2020. La sicurezza deve tornare ad essere una priorità, sono necessari, da subito, corsi di aggiornamento o di guida sicura riservati ai conducenti, in quanto, se da una parte l’età delle vittime è aumentata, dall’altra i giovani si confermano la categoria più a rischio. È fondamentale, infine, una maggiore attività di controllo”.