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Coronavirus, la mappa degli spostamenti fatti dal paziente uno

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Prima di essere ricoverato a Codogno per il contagio da coronavirus, il paziente uno aveva compiuto numerosi spostamenti nel Nord Italia.

Il cosiddetto paziente uno del focolaio di coronavirus di Codogno aveva compiuto numerosi spostamenti prima di essere ricoverato in nella notte tra il 20 e il 21 febbraio. Secondo quanto ricostruito da diverse testate, sembra infatti che l’uomo fosse uno sportivo e che abbia partecipato a diverse manifestazioni nei giorni che sono intercorsi tra il contagio e il ricovero. Per il momento sono stati posti in isolamento i tre comuni dove risiede, dove lavora e dove si trova attualmente.

Coronavirus, gli spostamenti del paziente uno

Stando al resoconto delle autorità sanitarie sarebbero passati circa 16-18 giorni dal contagio al ricovero in ospedale; giorni nei quali il 38enne ha comunque continuato ad andare al lavoro presso l’Unilever di Casalpusterlengo oltre ad avere una vita sociale molto attiva. Nel corso di queste due settimane infatti, l’uomo ha avuto tre cene fuori casa e lo scorso sabato 15 febbraio ha partecipato ad un corso di pronto intervento presso la Croce Rossa di Codogno.

Il contagiato aveva inoltre giocato a calcetto con alcuni amici e partecipato a due diverse gare podistiche, una a Sant’Angelo Lodigiano il 9 febbraio e un’altra a Santa Margherita Ligure il 2. In quest’ultimo caso si trattava di una mezza maratona per la quale è stato sottoposto a controlli un compagno di squadra con cui aveva condiviso lo spogliatoio e che è successivamente risultato positivo al coronavirus.

Controlli su altri podisti

Nella giornata del 21 febbraio sono stati effettuati controlli preventivi sui compagni di squadra del 38enne, come raccontato dal presidente dell’associazione podistica di cui fa parte: “Quando abbiamo capito che la persona contagiata era lui, stamani ho chiamato il 112 e mi hanno chiesto se stiamo tutti bene, dicendoci che verranno a casa a farci il tampone. Stiamo tutti e bene e siamo tutti a casa, ho fornito nomi di tutte le 40 persone che sono state a contatto con lui e aspettiamo di essere contattati“. L’uomo avrebbe dovuto partecipare ad un’altra mezza maratona il 16 febbraio, ma aveva rinunciato a causa dei primi sintomi di quello che sarebbe poi stato identificato come coronavirus.