Sulle televisioni italiane ormai non si parla d’altro che dell’emergenza coronavirus, e così è stato anche per Che Tempo che fa che per l’occasione ha ospitato il virologo Roberto Burioni. Costui ha dato delle dritte sulle misure che secondo lui andrebbero adottate, cosa che aveva già fatto prima del boom dei contagi rimanendo però inascoltato.
Coronavirus: Burioni a Che tempo che fa
L’esperto ha sostenuto che il test per verificare la positività all’infezione andrebbe efettuato su chiunque abbia una temperatura corporea alterata. Si è poi riferito al caso del sindaco di Bertonico Angelo Chiesa, convocato per un tampone che è però poi stato sospeso perché erano finiti. “Non possono mancare i test in Italia: non va bene, occorre fare qualcosa immediatamente“, ha ribadito.
Ha poi sottolineato che le uniche due armi che abbiamo a disposizione per fronteggiare i virus sono l’isolamento e la diagnosi. Lui va proponendo la prima per chiunque torni dalla Cina da settimane, ma il governo aveva optato per una permanenza domiciliare fiduciaria. “Dobbiamo fare sì che questo contagio diminuisca“, ha insistito. Ha spiegato che la maggior parte dei contagi avvengono con le mani, dunque l’utilizzo della mascherina è fondamentale soltanto per chi è malato. La cosa importante, ha continuato, è isolare i possibili contagi.
“Questa malattia ha una caratteristica che la rende insidiosa. In genere un paziente ne infetta 2,2 ma ci sono degli individui, chiamati super emettitori, che ne possono contagiare 10, 20, 30“. Così ha chiarito in conclusione.