> > Coronavirus in Italia, anche Varese diventa zona gialla

Coronavirus in Italia, anche Varese diventa zona gialla

Coronavirus medici Lodi

Continua a imperversare l'emergenza Coronavirus in Italia, diventa zona gialla anche Varese

Continua a imperversare l’emergenza Coronavirus in Italia. La regione più colpita è la Lombardia, che sta correndo ai ripari. Gli organismi regionali, in accordo con il Ministero della Salute, hanno emesso l’ordinanza contenente “le indicazioni urgenti atte a far fronte all’emergenza epidemiologica da CODIV-19“. La Lombardia si è suddivisa in zone rosse e in zone gialle. Nella prima rientrano dieci comuni focolaio del virus nel Lodigiano (Codogno, Castiglione D’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano). Nella seconda rientra il resto della regione.

Coronavirus in Italia, zona gialla a Varese

Anche la provincia di Varese rientra nella zona gialla. Qui le autorità hanno diffuso alcune disposizioni. Tra queste si legge che saranno sospese manifestazioni o iniziative di qualsiasi e natura. Sono state chiuse le scuole, gli asili nido e le biblioteche. Saranno inoltre sospesi le visite ai musei, o negli altri luoghi di cultura.

Nella zona gialla sarà vigente l’obbligo da parte degli individui che hanno fatto ingresso in Lombardia da zone a rischio epidemiologico di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio. Infine verranno chiuse tutte le attività commerciali dopo le 18. I supermercati chiuderanno solo al sabato e domenica, con eccezione dei punti di vendita di generi alimentari.

Direttive per le aziende

Sono inoltre state disposte alcune direttive per le aziende dei territori coinvolti. Queste rimarranno momentaneamente aperte. Tuttavia, “nel caso di presenza, all’interno della propria azienda, di personale non dipendente, di esterni, visitatori, fornitori, e clienti occorre regolamentare gli accessi e limitare i rischi di contatto fra gruppi numerosi di persone”.

Dove sarà possibile, la Regione consiglia di optare per “forme di lavoro da remoto“.