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Coronavirus, alla ricerca del paziente zero: negativi gli 8 cinesi in Veneto

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Mentre si cerca di capire chi possa essere il paziente zero, continuano ad aumentare i casi di coronavirus registrati in Italia.

Sono più di 150 i casi di contagio in tutta l’Italia, ma ancora rimane un mistero il paziente zero dal quale è scoppiata l’epidemia di coronavirus. Infatti, il governatore della Lombardia Attilia Fontana ha spiegato che “il punto di riferimento resta il focolaio iniziale, quello di Lodi”. Da un uomo di 38 anni sono poi seguiti una serie di casi che sono stati via via confermati dai test. Ma è mistero anche la morte di Adriano Trevisan, l’anziano di Mera ricoverato in ospedale il 16 febbraio scorso. In Lombardia sono più di 100 i casi confermati, in Veneto invece sono 26.

Coronavirus, chi è il paziente zero?

Adriano Trevisan, la prima vittima italiana per coronavirus è morto all’ospedale dopo 5 giorni di ricovero. Era entrato nella struttura il 16 febbraio, giorno del suo compleanno presentando sintomi di una normale polmonite. La sua situazione si era aggravata fino a condurlo al decesso. Quando non si trovava a casa, il 77enne si muoveva tra il bar e la piazza del suo paese, Schiavonia, ormai deserto. Secondo le autorità del Veneto potrebbe essere partito da qui il contagio della malattia proveniente da Wuhan. Ma chi sarebbe il paziente zero dal quale è scoppiata l’epidemia coronavirus? In un paesino di circa 3300 abitanti, ci sono, però, otto cinesi di Vo’ Euganeo ricoverati a cui è stato chiesto di fare l’esame col tampone. Tutti, però, sono risultati negativi ai test.

Poco tempo dopo si è svolta la partita Milan-Inter, il derby. “Adriano non è un appassionato di calcio, preferisce il ciclismo”, ha ricordato il fratello Fiorenzo. “Mio fratello stava sempre a quei bar, ed era sano, non aveva patologie pregresse”, ci tiene a ribadire. Forse la sera del derby Adriano l’ha trascorsa al bar. “Adriano veniva spesso qui a giocare a briscola con cinque-sei amici – ha raccontato la proprietaria -. Ogni tanto si sentivano le sue urla per una mano sfortunata… sì, certo che il mio bar è frequentato anche dai ragazzi cinesi, ma sono taciturni, non danno confidenza. Più che altro vengono a giocare alle slot machine. Vedo spesso una coppia cinese, marito e moglie, e lui ogni tanto si ferma a buttare un occhio alla tv”. Le autorità sanitarie ritengono che tutto possa essere nato proprio durante la sera del derby.

Esclusa invece la ricerca del paziente zero all’interno del personale di Schiavonia, nonostante l’ospedale si trovi in quarantena. Lunedì 24 febbraio comincia invece lo screening per tutti gli abitanti di Vo’ Euganeo.