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Coronavirus, 47enne di Vo' Euganeo: "Ma quale paura, mai avuto febbre"

Coronavirus ridurre panico

Dopo la morte di Adriano Trevsan, 68enne positivo al Coronavirus, parla la 47enne di Vo' Euganeo guarita dalla malattia.

In Italia le persone risultate positive sono 456, 131 in più in un solo giorno. Si tratta della crescita più alta registrata finora. In Lombardia numeri record con 305 infetti. Segue il Veneto, con 71 malati. Ed è proprio dalla provincia di Padova che arriva la testimonianza di una paziente positiva al Coronavirus: si tratta della 47enne di Vo’ Euganeo guarita dalla malattia.

Coronavirus, le parole della 47enne di Vo’ Euganeo

Era di Vo’ anche il 78enne Adriano Trevisan, la prima vittima italiana infetta da Coronavirus. Commoventi le parole della figlia, sindaco della città fino alla primavera scorsa. Fa riflettere il suo messaggio, così profondo e speciale, capace di trasmettere quell’amore incondizionato che una figlia ha verso il padre e quel senso di vuoto che la sua scomparsa ha lasciato. “Adriano Trevisan non è un numero, non è la prima vittima italiana del coronavirus, non è un nome e un cognome sul giornale. Adriano Trevisan è mio papà, è il papà di Vladimiro e Angelo. È il marito di mia madre Linda. È il nonno di Nicole e di Leonardo”, sono state le sue parole.

Da Vo’ arriva anche una bella notizia: la quarantasettenne risultata positiva al virus cinese è guarita. Al Corriere della Sera ha confidato la sua rabbia perché “qualcuno ha soffiato sul fuoco della nostra ignoranza”. La donna, dopo la morte di Adriano Trevisan, è stata sottoposta a tampone, a cui è positiva nonostante non avesse sintomi.

A chi le domanda se avesse paura ha risposto: “Ma di cosa? È una influenza, mica muori, se non sei già malato“. Quindi ha commentato: “Mi sembra che siamo diventati tutti scemi”. Poi ha fatto sapere: “Stavo bene, ero soltanto seccata, ma tranquilla. Ero positiva, ma senza neppure una linea di febbre“.

Sulle procedure a cui è stata sottoposta ha spiegato: “Appena arrivata mi hanno fatto un flebino, di zucchero liquido. Per precauzione, dicevano. L’unica medicina me la sono data io. Avevo mal di testa, per tutto questo casino, e ho chiesto se potevo prendere un Moment che avevo in borsa. Fine. Vuole la verità? Se non fosse morto il povero Adriano, se fossimo andati lunghi, non avrei saputo di essere positiva. E come me, tanti altri. Non credo sarebbe cambiato nulla”.

Oggi dice di stare “benone”, ma sarà comunque in quarantena. “Poi torno al lavoro, almeno spero”. Ha voglia di tornare operativa e si dice preoccupata per i danni economici alla sua attività: “All’inizio, e per un paio di mesi, ne avrò molti. Se la gente non ragiona con la sua testa e si fa guidare come un gregge, è inevitabile. Ma poi si stancheranno di andare in un altro paese. Quando sarà il momento, le cose torneranno alla normalità. Anche se non ce lo meritiamo”.