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Sparatoria a Napoli, la versione del carabiniere: “Mi ha puntato la pistola alla tempia”

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La versione del carabiniere coinvolto in una sparatoria a Napoli che ha causato la morte di un 15enne: “Mi ha puntato la pistola alla tempia“

Un quindicenne, Ugo Russo, è stato ucciso da un carabiniere nella notte tra sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo. Il militare aveva sparato 3 colpi d’ordinanza uccidendo il ragazzo. La vicenda si è verificata in via Generale Orsini nel quartiere Santa Lucia a Napoli. Secondo la prima testimonianza del carabiniere coinvolto nella sparatoria, il giovane, durante il tentativo di rapina, gli avrebbe puntato una pistola alla tempia, sono in seguito rivelatasi falsa.

Sparatoria a Napoli: la versione del carabiniere

Nella versione fornita dal Comando provinciale dei carabinieri di Napoli, il militare in borghese, si trovava in auto con la sua fidanzata. Durante una sosta ad un semaforo è stato avvicinato da uno scooter su cui si trovavano due ragazzi, coperti dal casco e da uno scaldacollo. I due avrebbero estratto una pistola ed intimato l’uomo di dargli il suo orologio ed una catenina d’oro indossata dalla ragazza. Il carabiniere si sarebbe qualificato ed ha estratto la pistola d’ordinanza sparando 3 colpi in direzione dei giovani. Il 15enne è stato raggiunto da un proiettile alla testa e uno al torace. È deceduto all’ospedale Pellegrini alle 2.30. A chiamare l’ambulanza sarebbe stato proprio il carabiniere. Il carabiniere rischia di dover rispondere di omicidio, anche se dice di aver agito per difesa. Le indagini, coordinate dalla Procura, con il pm intervenuto sul posto, sono ancora in corso e sono state affidate ai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale.

Verranno visionate anche le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. I genitori del ragazzo, appresa la notizia della tragedia, si sono recati immediatamente al pronto soccorso e presi dall’ira lo hanno distrutto. Il direttore dell’Azienda sanitaria locale ha dovuto chiudere la struttura perché inagibile.