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Chi è Ivo Cilesi, medico che curava l'Alzheimer morto per Coronavirus

chi è Ivo Cilesi

Chi è Ivo Cilesi, medico che curava l'Alzheimer, stimato per la Doll Therapy. Positivo al Coronavirus, è morto a 61 anni. In quarantena la compagna.

Non solo fredde statistiche: dietro all’aumento dei malati di Alzheimer si celano storie spezzate e tragedie senza fine. A soffrirne sono anche i familiari che accompagnano quotidianamente chi è affetto da questa malattia neurodegenerativa, capace di distruggere le cellule del cervello. È di gran lunga la più diffusa delle demenze: cala la memoria, peggiora l’orientamento nel tempo e nello spazio, il linguaggio, molti gli sbalzi d’umore. Così si riduce l’autonomia del malato, fino alla morte. A causa dell’invecchiamento della popolazione, nei prossimi trent’anni si stima che i malati di Alzheimer nel mondo saranno 130 milioni (contro i 50 milioni dei nostri giorni). In Europa, si stima che 10,5 milioni di persone vivano con demenza e si prevede che questo numero aumenterà a 18,7 milioni nel 2050. In Italia soffre di demenza l’8% degli anziani con più di 65 anni. Il numero raggiunge il 20% tra gli ultra ottantenni. Nel nostro Paese circa 600mila persone sono affette da Alzheimer. Ora l’intera comunità scientifica piange la scomparsa di un medico stimato per le sue cure rivolte ai malati di Alzheimer e per le sue preziose ricerche. Chi è Ivo Cilesi, il medico teorizzatore della “Doll Therapy”.

L’esperto, risultato positivo al Coronavirus, è morto a soli 61 anni nella notte tra domenica 1 e martedì 2 marzo.

Chi è Ivo Cilesi

Venerdì 28 febbraio era stato ricoverato a Fidenza, poi trasportato a Parma dove purtroppo le sue condizioni non sono migliorate. Il decesso è avvenuto tre giorni dopo il ricovero. Il medico era risultato positivo al Coronavirus.

Nato a Genova, da circa vent’anni il dottor Ivo Cilesi viveva a Cene, in provincia di Bergamo. È proprio nella zona zona in cui abitava che potrebbe aver contratto il virus.

Cilesi era conosciuto e apprezzato per il suo lavoro e la sua dedizione a sostegno dei malati di Alzheimer. Per aiutarli usava la “Doll Terhapy” in modo da attenuare i disturbi comportamentali dei malati. Tale tecnica consiste nel fornire una bambola con precise caratteristiche antropomorfe a pazienti affetti da demenza per ridurre i disturbi psicologici, sociali e comportamentali che affliggono le persone affette da demenza. Il concetto terapeutico che ne sta alla base è quello della teoria dell’attaccamento.

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I messaggi di cordoglio

Alzheimer Uniti Italia ha appreso con dolore la drammatica scomparsa del dott. Ivo Cilesi di cui ricordiamo le grandi doti umane e professionali“, si legge su Facebook.

La comunità lo ha commemorato con orgoglio e stima per la dedizione, la cura, la passione e l’intelligenza che lo caratterizzavano: “Avremo sempre il suo esempio come guida, esprimiamo inoltre gratitudine per la vicinanza e la sensibilità sempre dimostrate verso la nostra associazione e tutte le persone fragili”.

A parlare è anche Paola Brignoli, vicepresidente dell’Innvative Elder Research di San Paolo d’Argon, di cui Cilesi era presidente. La Brignoli ha scritto: “Caro Ivo, ci lasci tutti frastornati e addolorati! Sei un grande e io ho avuto una grande fortuna quella di averti nel cammino della mia vita! Una guida competente, silenziosa, garbata, umile… Un grande amico!”.

Il dottor Cilesi trascorreva molto del suo tempo a Salsomaggiore, dove vive anche la compagna Giovanna Lucchelli. Quest’ultima è attualmente in quarantena, ma non ha sintomi.

La donna, che era anche sua collaboratrice, con dolore ha dichiarato: “È successo tutto così rapidamente che mi sembra ancora surreale”. Poi ha comunicato: “Non potremo effettuare il funerale. Il suo corpo sarà cremato e la cerimonia verrà rimandata a quando la situazione si sarà tranquillizzata”. La Lucchelli ha spiegato di non sapere come il compagno possa aver contratto il virus cinese, ma ha aggiunto: “Va considerato che per lavoro girava almeno in tre ospedali“. Cilesi, infatti, era consulente del centro Alzheimer di Gazzaniga, dove aveva portato la sua Doll Therapy. Inoltre, era responsabile del Servizio terapie non farmacologiche e riabilitazione cognitiva dell’Area Alzheimer alla Fondazione Santa Maria Ausiliatrice di Bergamo.