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Coronavirus, appello del sindaco di Castiglione d'Adda: "Troppi decessi"

Coronavirus sindaco Castiglione d'Adda

Per l'emergenza Coronavirus il sindaco di Castiglione d'Adda, comune del Lodigiano, fa un appello: "Nella zona rossa abbiamo bisogno di aiuto".

“Voglio lanciare un appello. Qui c’è un elevato numero di decessi, molte persone ammalate e ci sentiamo soli. Chiedo aiuto e di istituire presso gli ospedali di Codogno e Casalpusterlengo presidi d’urgenza”. Alla luce dell’emergenza Coronavirus, è con queste parole che il sindaco di Castiglione d’Adda, Costantino Pesatori, è intervenuto a “Carta Bianca”, programma in onda su Rai 3. La situazione nei comuni del Lodigiano, che rientrano nella “zona rossa”, resta critica. La Lombardia, inoltre, resta la regione più colpita. Per gli esperti che studiano il virus e monitorano i vari contagi, la prima settimana di marzo sarà decisiva per capire l’andamento dell’epidemia sul territorio italiano. Intanto il Covid-19 ha colpito 2502 persone. Nell’arco di 24 ore, da lunedì 2 a martedì 3 marzo, i contagi sono aumentati di circa il 23%, passando dai 1835 ai 2263. Non si arresta neppure il numero di morti, saliti a 79. 160 le persone dichiarate guarite. L’Iss ora ipotizza di allargare la zona rossa anche nella Bergamasca.

Coronavirus, un appello da Castiglione d’Adda

Il sindaco di Castiglione d’Adda, comune a pochi chilometri da Codogno, epicentro del focolaio, ha mostrato la sua preoccupazione per l’emergenza Coronavirus. “Tanta gente è ammalata e non riesce ad avere l’assistenza necessaria. Vi chiedo cortesemente di esserci d’aiuto, di istituire presso gli ospedali di Codogno e di Casalpusterlengo dei presidi di urgenza. Eventualmente anche attraverso i medici dell’esercito. Aiutateci, per favore. Abbiamo la necessità di avere un’assistenza sanitaria adeguata”, è il suo appello.

All’Adnkronos monsignor Gabriele Bernardelli, parroco di Castiglione D’Adda, ha aggiunto: “Dopo una settimana di isolamento la tenuta psicologica comincia a mostrare qualche crepa. Il fatto poi che aumentino i decessi non aiuta. Di positivo c’è il ritorno a casa di alcuni malati e il fatto che altri, positivi al test, non mostrino alcun sintomo”. Poi l’incoraggiamento: “Sono convinto, quindi, che le la faremo, siamo gente forte”. Nell’attesa che la situazione torni alla normalità e la sua chiesa gremita di gente, il parroco mostra la sua vicinanza alla comunità di residenti attraverso continui messaggi sui social e celebrando in streaming l’Eucarestia.

Quindi ha dichiarato: “La chiesa è vuota solo fisicamente. O meglio, la chiesa di mura è vuota, ma essa è solo il segno della Chiesa fatta di pietre vive, che sono le persone. Quando celebro li sento tutti vicini come nei giorni delle grandi feste che abbiamo vissuto in questi anni. E so che torneranno questi momenti, probabilmente con un gusto nuovo. Cercherò di aiutare me e la mia gente ad identificare quali possano essere le tentazioni connesse alla prova che stiamo vivendo, per cercare di superarle con le modalità che ha adottato Gesù e ricorderò cosa dice Manzoni nell’”Addio ai monti” dei Promessi Sposi e cioè che “Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande””.