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Coronavirus, aumentano casi di abbandono di animali

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Coronavirus, aumentano i casi di abbandono di animali domestici. Ma non c'è ragione

Il panico generato da coronavirus ha indotto la popolazione ad attuare alcuni comportamenti sbagliati e insensati nel cercare di salvaguardare la propria salute. Tra questi c’è anche la falsa credenza che gli animali domestici siano portatori del coronavirus.

Coronavirus, aumenta abbandono di animali

Già stato ribadito da tempo, è bene ricordare che gli animali domestici non sono portatori di coronavirus. Lo hanno ribadito l’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, il ministero della Salute e l’Istituto superiore della Sanità, oltre all’Organizzazione Mondiale della Sanità. In particolare l’OMS ha affermato che non esistono prove della possibilità che il nuovo Coronavirus possa diffondersi contagiando animali domestici come cani e gatti, o essere loro strumento di contagio. Nonostante ciò, dall’inizio dell’epidemia sono aumentati i casi di abbandono di animali domestici. Fino ad ora sono circa 2.000 gli animali abbandonati a livello nazionale, secondo l’associazione Italiana Difesa ed Ambiente Italiaambiente (AIDAA), dal 20 febbraio a ieri domenica 8 marzo. C’è anche chi ha riportato cani e gatti nei canili e nei gattili per paura del contagio. Che, come abbiamo ribadito, non potrà avvenire stando con il proprio amico a quattro zampe, in quanto gli animali non sono portatori del virus.

Coronavirus, la prevenzione sugli animali

Cani, gatti, pesci, roditori e uccellini non sono quindi portatori del virus, ne possono trasmetterlo. Ma è bene adottare le norme igieniche di base, come sempre del resto, e lavarsi le mani con acqua e sapone dopo aver interagito con loro e prima di portarsi le mani alla bocca o sul viso. Regola da applicare comunque in qualunque contesto, non solo con l’emergenza coronavirus.