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Coronavirus, calano i contagi a Codogno: l'epidemia sta rallentando

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Stando agli ultimi dati riportati dalle autorità sanitarie l'epidemia di coronavirus starebbe rallentando a Codogno e nei focolai del lodigiano.

Dopo essere saliti agli onori delle cronache nazionali per essere stati i primi comuni in cui è esplosa l’epidemia di coronavirus, nei centri del lodigiano come Codogno e Casalpusterlengo i contagi starebbero calando da diversi giorni. È ciò che riportano alcuni organi di stampa confermando quindi l’efficacia delle misure di contenimento intraprese finora dalle autorità regionali e nazionali che istituivano la cosiddetta zona rossa in una decina di comuni della provincia di Lodi.

Coronavirus, calano i contagi a Codogno

Stando a quanto riferito dal Corriere della Sera, che riporta gli ultimi dati disponibili cioè quelli del 9 marzo, il numero di nuovi contagiati nel lodigiano sarebbe sensibilmente calato rispetto ai valori esponenziali delle prime settimane in cui esplose l’epidemia. Nella giornata del 9 marzo infatti, a Codogno c’erano 185 casi, mentre il giorno prima erano 15 in meno (170) e il 5 marzo 54 in meno (132); una crescita assai contenuta condivisa anche da Castiglione d’Adda (137 contagi il 9 marzo e 121 il 5) e Casalpusterlengo, che nello stesso lasso di tempo registra soltanto 22 nuovi contagi.

Un risultato che è stato salutato positivamente anche dall’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, in quale ha dichiarato: “I sacrifici, anche durissimi, hanno funzionato. Dobbiamo ringraziare i cittadini di Codogno e degli altri paesi perché grazie a loro si è potuta rallentare l’epidemia”. Attualmente però il fronte dell’epidemia si è spostato nella provincia di Bergamo, dove si sono superati i 1.200 contagi in pochi giorni e dove la popolazione non ha ancora potuto sviluppare anticorpi sufficienti come i cittadini del lodigiano.

I dubbi sulle statistiche

I numeri dei contagi nelle località del lodigiano non convincono però tutti gli osservatori. Alcuni ritengono infatti le statistiche influenzate dal cambio di strategia attuato dalle autorità sanitarie per contenere al meglio l’epidemia di coronavirus. Al momento infatti il tampone faringeo viene eseguito soltanto in caso di ricovero ospedaliero, con numerose persone probabilmente positive – ma in salute – che non vengono conteggiate nei dati ufficiali perché rimaste in isolamento presso il proprio domicilio. Secondo alcuni quindi i contagiati effettivi sarebbero molti di più rispetto ai numeri reali.