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Coronavirus, a Milano proposti tamponi sui cittadini per la ricerca

A Milano tamponi a tappeto per studiare il Coronavirus

Diverse iniziative per aiutare l'Italia in piena emergenza da Coronavirus: a Milano tamponi a tappeto per studiare l'epidemia.

Luciano Balbo, fondatore del Centro Medico Sant’Agostino, propone tamponi a Milano per studi sul Coronavirus. A supportare l’idea Francesco Inguscio, ideatore della fucina di imprese Nuvolab e uno dei 120 imprenditori che hanno deciso di collaborare per studiare piani ad hoc a supporto del nostro Paese, durante questa emergenza.

Tamponi a Milano per studiare il virus

“Aumentare i tamponi su un campione rappresentativo dell’intera popolazione milanese è una proposta che crediamo utile presentare all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero della Salute”, ha detto Balbo. Secondo il suo piano, decentralizzare i test permetterebbe una migliore comprensione dell’evoluzione del Coronavirus, per poter poi attuare misure più restrittive allo scopo di contenere i contagi. “Noi siamo pronti a offrire i nostri laboratori, senza rincarare in nessun modo rispetto al costo del tampone”, ha dichiarato l’imprenditore.

Tecnologia e ricerca per il Coronavirus

Sono diverse le iniziative in atto per sostenere l’Italia in tempo di Coronavirus, molte delle quali proposte da una rete di innovatori a capo di start-up del settore digitale, data scientist e ricercatori di eccellenze internazionali come l’Istituto di Tecnologia del Massachussets (MIT) e il Cern.

Il gruppo è nato da una semplice chat di Whatsapp fra esperti del settore digitale e sanitario, dalla quale è poi scaturito il progetto di unire competenze tecnologiche a iniziative di sostegno economico. “Servono strumenti predittivi per aiutare chi prende decisioni”, ha detto Francesco Inguscio “Per valutare i posti letto disponibili in tempo reale, all’aumentare di mortalità e ricoveri nelle terapie intensive”.

Raccolte fondi per aiutare l’Italia

Prima ancora della proposta dei tamponi a tappeto su tutta Milano, c’è stata la creazione dell’aggregatore di dati verificati Covitrends.com e il lancio della campagna di raccolta fondi online “Io resto a casa”, in collaborazione con la Protezione Civile.

L’idea di fare crowfunding per aiutare il sistema sanitario italiano è stata pubblicizzata anche da volti noti come Chiara Ferragni e Fedez, ma anche dalla Fondazione Policlinico Sant’Orsola in Emilia Romagna, Banca Mediolanum e altre affermate realtà italiane.