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Coronavirus, in Campania niente pizza a domicilio e cibo d'asporto

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Per combattere l'epidemia di coronavirus, in Campania è pronta l'ordinanza che viene la pizza a domicilio

Dopo il provvedimento relativo a parrucchieri e barbieri, in Campania è in arrivo un’ordinanza che vieta la pizza a domicilio per via delle misure di sicurezze adottate contro il coronavirus. La decisione è stata annunciata dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ai microfoni di Radio Crc: “Si creerebbero troppe occasioni di contagio, migliaia di contatti personali che moltiplicherebbero il contagio. Le mezze misure non servono, servono misure rigorose, allora forse ce la facciamo. Se non siamo rigorosi oggi rischiamo di trascinarci il problema per mesi, mesi e mesi”.

L’ordinanza potrebbe arrivare già nella giornata di oggi, mercoledì 11 marzo, e rappresenterebbe un’ulteriore restrizione rispetto al DPCM del 9 marzo. De Luca però è convinto che le mezze misure non aiutino a risolvere il difficile problema dei contagi da coronavirus.

Coronavirus, no alle pizze a domicilio in Campania

Ricordiamo che il decreto varato dal Governo il 9 marzo, non escludeva il fatto che i ristornati potessero fare consegne a domicilio di cibi e bevande, purché però queste venissero effettuate nel rispetto delle distanze di sicurezza. La Regione Campania, esercitando i suoi poteri locali, ha deciso di bloccare questa possibilità.

Lo aveva già fatto nella giornata precedente prevedendo la chiusura di barbiere, parrucchieri e centri estetici. Sarà dunque possibile fare la spesa online, ma non sarà possibile utilizzare servizi come Justeat e Ubereats.

De Luca, pronto alla chiusura totale

Il governatore della Campania De Luca ha parlato poi di quale sarebbe la reazione della regione che amministra qualora si paventasse la necessità di un blocco totale delle attività: “Se sarà necessario io non ho problemi a chiedere chiusura di tutto, lasciando aperti solo farmacie ed alimentari. Abbiamo un piano B in caso di ulteriore diffusione del contagio. Aggiungiamo a 320 altri 590 posti letto nelle sale intensive, ci auguriamo di non arrivare a questo punto così drammatico. Abbiamo acquistato un’altra 50ina di respiratori e strutture per ossigeno. Preferisco essere prudente e prepararmi per tempo. Stiamo lavorando su un’ipotesi Lombardia, ci stiamo preparando anche ad emergenza assoluta. I cittadini di Napoli hanno dato una prova di compostezza straordinaria non circolava nessuno”.