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Coronavirus: ad Andria mancano le mascherine e gli infermieri le fanno da soli

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Gli infermieri dell'ospedale di Andria non temono il Coronavirus. Sono state create numerose mascherine chirurgiche d'emergenza.

Ad Andria gli infermieri non si fermano. Il Coronavirus continua a metterci alla prova ma per fortuna il Bel Paese è sempre pronto a rispondere. Così gli operatori sanitari pugliesi hanno dato spazio all’inventiva e hanno creato nuove mascherine chirurgiche.

Gli infermieri di Andria rispondono al Coronavirus

A causa della diffusione del Covid-19, negli ospedali, soprattutto quelli del nord Italia, la situazione inizia ad essere davvero critica. Turni estenuanti, pazienti ovunque e massima attenzione per non aumentare i contagi, oltre che per curare chi già è infetto. Medici, infermieri e personale OSS però non si fermano. Tutto viene affrontato con la massima professionalità ed anche inventiva, se necessario. Nelle ultime ore, è infatti sorto il problema delle mascherine. Sin dall’inizio della diffusione del virus, nell’ultima settimana di Febbraio, i costi di queste erano triplicati. Online erano arrivate a costare anche 100,00 euro al pezzo e nelle farmacie erano un ricordo ormai vago. La situazione ad oggi è però molto più critica, vista anche la rapida diffusione dell’epidemia.

Già alcune settimane fa i medici avevano lanciato appelli alle istituzioni, chiedendo di provvedere al problema delle mascherine prima che questo diventasse un qualcosa di molto più serio. La richiesta non è stata però presa del tutto in considerazione e perciò si è cercata una soluzione alternativa a costo zero. In particolare, gli infermieri dell’ospedale di Andria hanno deciso di scendere in campo ed arrangiarsi come più potevano. Visto il recente uso di kit monouso sono state prese vecchie lenzuola e, con macchine da cucire non del tutto professionali, sono state confezionate mascherine chirurgiche d’emergenza. Una soluzione molto pratica che è stata ripresa anche da altri ospedali pugliesi. Gli operatori sanitari si sono messi all’opera e hanno realizzato oltre 100 mascherine, con cotone, macchine e ferri da stiro portati da casa.

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La distribuzione delle mascherine è mirata

Parliamo ovviamente di situazioni limite non approvate dalle Asl locali. L’emergenza è davvero seria e per quanto vi siano delle scorte minime è necessario provvedere prima agli ospedali più in difficoltà. Una distribuzione mirata, quindi, che mira a rispondere in prima linea ai poli sanitari che presentano i maggiori casi di pazienti affetti da Covid-19. Alessandro Delle Donne, direttore generale dell’Asl Bt, ha infatti dichiarato “Lode alla genialità degli infermieri. Plaudo alla loro creatività ma garantisco a tutti, innanzitutto agli stessi infermieri, che le mascherine chirurgiche e i dispositivi di sicurezza ci sono e vengono regolarmente distribuiti in tutti i reparti in cui sono necessari per le attività di assistenza, secondo i criteri di sicurezza individuati, considerate le esigenze legate al coronavirus”.

L’Asl pugliese ha infatti poi emesso un comunicato spiegando l’impossibilità di utilizzare le mascherine confezionate a mano. “Quelle realizzate in maniera artigianale non potranno naturalmente essere utilizzate. Abbiamo 20mila mascherine chirurgiche a disposizione e le scorte sono in continuo aggiornamento, tenendo conto dell’uso molto più intensivo in questi giorni di emergenza. Abbiamo comprato per primi in Puglia grandi quantitativi di dispositivi di sicurezza individuali il cui stoccaggio è stato centralizzato per gestire meglio la distribuzione e tutelare tutti gli operatori impegnati”.

Si cerca così di rassicurare tanto il personale ospedaliero, quanto i pazienti e i loro familiari. Tutto sta cercando di funzionare al meglio e per quanto possa sembrare che il nostro paese non sia in grado di fronteggiare una situazione così grave, dobbiamo e possiamo dargli fiducia.