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Coronavirus, Roberto Burioni: il precedente del 1.300 e l'evoluzione del morbo

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Roberto Burioni analizza l'epidemia di peste scoppiata in Italia e la Sars in Cina e delinea gli unici modi per sconfiggere il coronavirus.

Roberto Burioni con la collaborazione del professore Luigi Lopalco, ha scritto “Virus, la grande sfida. Dal coronavirus alla peste: come la scienza può salvare l’umanità”. Un’epidemia precedente, infatti, ci insegna che l’unico modo per sconfiggere questa malattia è la quarantena assoluta. L’invito di Burioni, quindi, è il rispetto dell’isolamento.

Coronavirus, Burioni e i precedenti

Nel libro scritto in collaborazione con Luigi Lopalco, Roberto Burioni ha fatto un confronto fra il coronavirus e la precedente Sars che invase la Cina qualche decennio prima. Secondo le teorie di Darwin, il Covid-19 appartiene alla tipologia del suo antenato che ha generato l’epidemia da Sars. Tuttavia, la diffusione di questa nuova malattia è molto più rapida e invisibile e questo crea non pochi problemi. Il tasso di letalità, comunque, è minore. Burioni sottolinea infatti come il tasso di mortalità in Lombardia tocchi l’8%: questo perché molti sono i pazienti asintomatici o toccati in forma lieve dal Covid-19.

Un ulteriore passo indietro ci riporta invece nella Firenze del 1330, quando l’epidemia di peste invase la città provocando moltissimi morti. Con la fine del Rinascimento, nella prima metà del 1300, la peste nera sterminò un terzo della popolazione europea, ovvero 23.840.000 di persone. A Milano la letalità della peste nera uccise il 15% della popolazione, mentre Venezia introdusse la quarantena assoluta.

Non è quindi necessario secondo Burioni emettere una serie di decreti di contenimento o perdersi alla ricerca di una soluzione. L’unico modo per sconfiggere il coronavirus è l’isolamento, come ci insegnano i precedenti nella storia.