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Coronavirus, contagiato un vigile a Roma: "Non abbiamo mascherine"

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A Roma un vigile urbano è positivo al coronavirus: "Ho mentito ai medici, non abbiamo mascherine in dotazione".

Un vigile urbano di Roma, contagiato da coronavirus, denuncia: “Non avevamo mascherine in dotazione”. L’agente ha rivelato, in una chat privata con i suoi colleghi, di aver mentito al personale sanitario dell’istituto Spallanzani. “I medici mi hanno chiesto: ma voi li avete gli strumenti di protezione? Io mi sono sentito quasi in imbarazzo. Sì, ce l’abbiamo, ho risposto, in quanto forze di polizia”, ha detto.

Poi il vigile ha aggiunto: “In realtà, mercoledì sono tornato al lavoro e le mascherine erano finite“. L’uomo è ora molto preoccupato per i colleghi: “I dottori mi hanno detto: voi fate un lavoro a rischio. Lei è stato a contatto con qualcuno e s’è preso il virus”.

Vigile urbano di Roma contagiato da coronavirus

L’agente si è sentito male sul posto di lavoro nella giornata dell’11 marzo. Immediatamente, i suoi colleghi hanno avvisato il comando dell’XI gruppo, di cui l’uomo faceva parte. La macchina dei soccorsi è partita velocemente: l’agente è stato trasferito all’istituto medico Spallanzani, già pre-allertato. A seguito di queste rivelazioni, i sindacati hanno inviato una lettera di diffida al comandante Antonio di Maggio.

Anche la sindaca Virginia Raggi è stata informata del caso. La preoccupazione riguarda la mancanza di sufficienti strumenti di tutela per il personale vigilante: “Senza garanzie per la sicurezza e la nostra salute, bloccheremo i servizi esterni“, hanno scritto Cgil, Cisl e Uil.

Nel frattempo, i colleghi che hanno lavorato a stretto contatto con il vigile contagiato sono sotto osservazione. Nella fattispecie, un uomo ha consultato la propria Asl di riferimento ed è ora in isolamento fiduciario per 14 giorni.