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Coronavirus, arriva lo svuota carceri: domiciliari per le pene lievi

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Le rivolte nelle galere per l'emergenza coronavirus portano il governo a varare il nuovo decreto svuota carceri.

Le rivolte dei detenuti hanno dato i loro frutti, visto che ora per l’emergenza coronavirus è stato varato il nuovo decreto svuota carceri. Pene più corte e arresti domiciliari per i casi che lo concedono. La nuova detenzione ai tempi del Covid-19, misure che di sicuro faranno discutere, ma che forse non si potevano evitare dopo che in tutte le prigioni d’Italia era iniziata la ribellione. L’obiettivo del decreto firmato dal Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è quello di diminuire la presenza dei detenuti nelle carceri per gestire meglio l’emergenza. Ecco dunque che per pene fino a 18 mesi, la condanna potrà essere scontata agli arresti domiciliari e, qualora la detenzione prevista fosse superiore a 6 mesi, sarà applicato il braccialetto elettronico al detenuto.

Dallo svuota carceri sono esclusi i detenuti che hanno guidato le rivolte dei giorni scorsi, i delinquenti abituali e quelli responsabili di gravi reati.

Allontanarsi da casa sarà come evadere

Le disposizioni saranno valide fino al 30 giugno e prevedono anche uno snellimento nella concessione degli arresti domiciliari, andando ad eliminare alcuni passaggi attualmente necessari. Sono ad esempio state previste maggiori esclusioni per i detenuti che hanno commesso violazioni disciplinari. L’allontanamento dal proprio domicilio sarà punito come l’evasione e dunque con ulteriori pene detentive da 1 a 3 anni. Questo naturalmente per evitare che ci possano essere delle violazioni.

Coronavirus, i contrari allo svuota carceri

Tra coloro che non ritengono giusto il provvedimento c’è Valter Mazzetti, segretario dell’Fsp Polizia di Stato, che si è così espresso: Siamo totalmente contrari e anche un po’ basiti per la decisione, assunta fra i provvedimenti legati all’emergenza coronavirus, di concedere i domiciliari a chi ha pene da scontare fino a 18 mesi, e con ciò, si faccia ben attenzione, si intende anche chi ha ancora 18 mesi, avendo ricevuto pene più alte. È un indulto mascherato, e neppure troppo. Non servirà a nulla in tema di prevenzione perché a meno che facendo quattro conti non si sia arrivati alla conclusione di poter dimezzare con questa iniziativa la popolazione carceraria, allora il problema dell’affollamento rimarrà”.

Mazzetti pone poi un quesito pratico: “Ci sono braccialetti elettronici sufficienti per tutti quelli che hanno ancora da scontare più di sei mesi? La gente deve capire bene che in Italia praticamente non si va in carcere per pene inferiori ai 18 mesi, a meno di recidive, e quindi uscirà chi certamente ha avuto condanne ben più pesanti”.