> > Coronavirus, i dolci non sono considerati beni di prima necessità

Coronavirus, i dolci non sono considerati beni di prima necessità

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I dolci non sono considerati beni di prima necessità: la loro vendita potrebbe essere bloccata durante l'emergenza coronavirus.

Barbara Di Sivo è una panettiera di 48 anni che ha ricevuto un controllo nel suo negozio da parte della guardia di Finanza. L’emergenza coronavirus, da quanto ha raccontato al Corriere, ha escluso i dolci dai beni di prima necessità e pare che la loro vendita sia vietata. “Martedì – ha detto Barbara – (gli agenti ndr.) sono entrati dicendo che stavano facendo il giro dei negozi avvisando, in maniera preventiva, quali prodotti si possono vendere”. Di fronte a uova di cioccolato, coniglietti e delizie di ogni tipo hanno disposto lo stop. Per questo motivo è apparso un cartello in vetrina: “Questi prodotti non sono in vendita”.

Coronavirus, i dolci sono necessari?

Pare che tra la lista dei beni di prima necessità i dolci siano stati esclusi: questo è ciò che si evince dal racconto di Barbara, una panettiera che ai tempi del coronavirus non ha potuto vendere le sue delizie. Durante un controllo della Guardia di Finanza, infatti, la donna ha ricevuto il via libera per la vendita di pane, focacce e pizze. Stop invece per i dolci: niente uova di cioccolato, coniglietti o caramelle. Di fronte allo scaffale delle uova di cioccolato, infatti, gli agenti hanno dichiarato: “Signora, questo non può venderle. Altrimenti sarà multata”.

“Il problema è che gli ordini dei prodotti pasquali li ho fatto sei mesi fa — ha confessato Di Sivo —. Questa mattina ho rispedito alla fabbrica le colombe. Ma come farò con il resto?”.

Decreto per emergenza sanitaria

Non sono ancora chiare le disposizioni contenute nel decreto per l’emergenza sanitaria, ma a quanto riferito dagli agenti, pare che le pasticcerie siano costrette a chiudere. I dolci non sono considerati beni di prima necessità. “Purtroppo continuano ad esserci interpretazioni diverse delle varie autorità deputate all’accertamento delle violazioni. Il risultato è una gran confusione”, ha spiegato Claudio Ferraro, direttore Epat.

“Se il commerciante fornito di autorizzazione commerciale vende i prodotti che acquista non ci dovrebbe essere alcuna contestazione anche se il prodotto è di merceologia diciamo non proprio basico. Poi, un ovetto di cioccolato comprato da produttori industriali non fa concorrenza a quello delle cioccolaterie”.