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Coronavirus, Demicheli: "In Lombardia i contagiati potrebbero essere il doppio"

coronavirus esperto

L'esperto spiega che i contagiati da coronavirus in Lombardia potrebbero essere il doppio: molti sono a casa e non vengono registrati.

Coronavirus, l’esperto: “In Lombardia i contagiati potrbbero essere il doppio”. Le parole di Vittorio Demicheli, epidemiologo dell’Agenzia per la tutela della salute di Milano che attualmente fa parte dell’Unità di crisi del presidente della Regione Attilio Fontana.

Coronavirus, in Lombardia il doppio dei contagiati?

In Lombardia i contagiati potrebbero essere il doppio. Questa è la considerazione dell’epidemiologo Demicheli, in queste ore al lavoro con la Regione Lombardia. Il conteggio dei casi, quindi, stando alle sue parole, potrebbe essere sottostimato perchè “nei conti del coronavirus non ci sono più né gli asintomatici, né di fatto chi è a casa con febbre, tosse e raffreddore ma non transita da un ospedale”– ha detto l’esperto.

Attualmente la Lombardia conta a 19884 casi con 2168 morti, ma questo dato potrebbe essere falsato, in quanto molte persone malate sono lontane dai riflettori dei registri della sanità. Non vengono, quindi, calcolati nei dati ufficiali. Questa ipotesi era stata avanzata anche dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori ed altre istituzioni comunali nel Bergamasco.

Coronavirus, il pericolo degli asintomatici

Bisogna fare di tutto per avere dei dati sempre più precisi ed “aggiornare le strategie”. Come spiega Demicheli: “Non sappiamo quanti pazienti si sono contagiati senza sviluppare sintomi o manifestando una normale influenza”.

Anche per i sani isolamento

Tutti i cittadini che hanno sintomi dovrebbero capire che bisogna comportarsi proprio come se già sapessero di aver contratto la malattia e “isolarsi in casa e proteggere chi vive con lui”. Un appello va anche ai medici di famiglia, invitandoli ad essere presenti e disponibili. “Mantenere un contatto continuo telefonico sia con i pazienti Covid-19, – dice Demicheli – sia con chi ha sintomi influenzali, sia con i pazienti più fragili”.