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Coronavirus, medici e infermieri in prima linea: chi sono le vittime italiane

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In prima linea per combattere contro il coronavirus, medici e infermieri sono i più esposti al rischio di contagio: chi sono le vittime italiane.

Si alzano ogni giorno con una forza e una speranza che nessuno ha mai visto e l’Italia spera che le loro mani e la loro esperienza possano trasportarci fuori dall’emergenza. Il coronavirus non può essere combattuto solo da medici e infermieri, i più esposti al rischio di contagio: occorre la collaborazione di tutti. Tra le vittime del personale sanitario (ma non solo) i numeri spaventano, ma la consapevolezza che tutto possa terminare è più forte della paura di non farcela. Spesso mancano i Dispositivi di protezione individuale (Dpi) che potrebbero salvare dal contagio moltissimo personale. In prima linea contro il coronavirus, tra le vittime ci sono anche moltissimi medici e infermieri: chi sono le vittime italiane.

Coronavirus, medici e infermieri: vittime

I numeri purtroppo descrivono una realtà cruda e spaventosa: i medici e gli infermieri contagiati dal coroanvirus superano le 2.600 unità (dato Iss del 17 marzo). Si tratta di un dato che è oltre il doppio rispetto al numero registrato in Cina, lo Stato maggiormente colpito dal Covid-19. Al secondo posto, invece, c’è l’Italia. Il personale sanitario affetto da coronavirus è pari, in percentuale, all’8,3% dei casi totali (elaborazione Fondazione Gimbe).

La lista delle vittime registrate tra medici e infermieri è lunga e purtroppo il bilancio è destinato ad aggravarsi ancora di più. Sono persone in prima linea contro la malattia, uomini e donne che hanno scelto di mettere al primo posto la salute degli altri, anche a costo di perdere la loro vita. Quello che nel nostro piccolo possiamo fare, un minimo contributo di fronte a questa emergenza, è il rispetto delle disposizioni e dei divieti ministeriali.

Vittime tra medici e infermieri

Ivo Cilesi è stato uno dei primi a perdere la vita a causa del Covid-19. Non un medico come altri, ma uno degli esperti italiani di Alzheimer nonché ideatore della Doll Therapy. Morto a 61 anni a Genova, ma residente da anni nella Bergamasca.

Chiara Filipponi, anestesista all’ospedale di Portogruaro, vicino a Venezia: è morta all’età di 57 anni, lo scorso 7 marzo.

Roberto Stella, medico di base di Busto Arsizio morto a 67 anni lo scorso 11 marzo all’ospedale di Como. “Siamo qui per lavorare e combattere”, questo il suo motto.

Giuseppe Lanati, pneumologo di 73 anni con una lunga carriera negli ospedali comaschi: è morto a causa del Covid-19 il 12 marzo scorso.

Giuseppe Borghi, medico di base piacentino di 64 anni: è scomparso il 13 marzo. Molti lo hanno descritto su social come una “persona buona, cordiale e preparata, un grande uomo e grande medico”.

Marcello Natali, padre e medico di base. Lavorava a Codogno, il primo focolaio ed epicentro del contagio in Lombardia: aveva 57 anni.

Raffaele Giura, medico e primario fino al 2007 del reparto di Pneumologia del vecchio ospedale Sant’Anna di Como. Il 13 marzo scorso è deceduto dopo aver combattuto in rima linea fino all’ultimo giorno.

Carlo Zavaritt, ex assessore e medico bergamasco: è morto il 14 marzo dopo un ricovero di 4 giorni all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo. Aveva compiuto 80 anni il 23 febbraio, il giorno del primo contagio registrato in città.

Luigi Ablondi, già direttore generale per diversi anni dell’Ospedale Maggiore di Crema, e direttore della clinica delle Ancelle di Cremona. Dopo il tampone positivo, il passaggio alla terapia intensiva e l’intubazione per il peggiorare delle sue condizioni, è morto il 16 marzo scorso.

Mario Giovita, medico di Medicina Generale della provincia di Bergamo è morto il 16 marzo dopo che le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate.

Ivano Vezzulli, medico di famiglia e dello sport, nonché storico assistente medico delle giovanili del Piacenza Calcio e della cooperativa per disabili Amicizia di Codogno. Il 17 marzo è morto all’età di 61 anni.

Massimo Borghere, medico campano e specialista in Otorinolaringoiatria e Foniatria: avrebbe compiuto 63 anni il 18 marzo.

Franco Galli, medico di base a Medole, nel mantovano: è morto dopo otto giorni di dura lotta contro il Covid-19. Doveva compiere 66 anni.

Luigi Frusciante, medico di famiglia in pensione da più di un anno ma tornato ad aiutare i colleghi in piena emergenza. Aveva 71 anni.

Giuseppe Finzi, morto a Parma il 18 marzo: era responsabile dal 2001 del Day hospital dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e docente di Malattie vascolari all’Università di Parma. Aveva 62 anni.