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Coronavirus, FCA produrrà oltre 1 milione di mascherine

Coronavirus, FCA avvia produzione mascherine

L'amministratore delegato FCA (Fiat Crysler Automobiles) ha comunicato che verranno prodotte mascherine per chi combatte contro il Coronavirus.

FCA, di proprietà della famiglia Agnelli, produrrà mascherine a supporto dell’emergenza Coronavirus. Uno degli stabilimenti del gruppo automobilistico verrà infatti riconvertito, tramite un intervento straordinario. La società, per adeguarsi alle direttive del Governo, ha temporaneamente sospeso la sua produzione standard in Europa e nel Nord America, per evitare contagi fra i dipendenti.

Coronavirus, FCA produce mascherine

Mike Manley, amministratore delegato della società, ha diffuso una lettera indirizzata a tutti i suoi dipendenti dove illustra la sua mission a supporto della comunità italiana, in collaborazione con Ferrari e Siare Engineering, che produce respiratori.

L’obiettivo è dunque produrre mascherine già dalle prossime settimane, arrivando a smistarne oltre 1 milione al mese fra soccorritori e operatori sanitari. “Come potete immaginare, è fondamentale in questo periodo continuare a fornire ricambi affinché chi svolge impieghi di importanza critica possa proseguire a muoversi e operare”, ha scritto Manley.

Oltre alla chiusura degli impianti e loro riconversione, tutti i dipendenti FCA potranno lavorare da casa e saranno accolti in fabbrica solo per spontanea volontà. “È stata una decisione difficile ma alla fine quella giusta. In questo periodo d’incertezza economica stiamo anche lavorando instancabilmente per rispettare gli impegni nei confronti dei nostri clienti e concessionari”, ha detto l’amministratore delegato”.

Non solo settore automotive

Nel frattempo il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, ha annunciato l’inizio di un progetto che vede coinvolte oltre 180 società del settore moda, unificate per produrre mascherine ogni giorno. Da oggi, 23 marzo 2020, parte ufficialmente l’incentivo da 50 milioni di euro del provvedimento “Cura Italia”.