> > Coronavirus Galli: "Numero di contagi molto più alto di quelli ufficiali"

Coronavirus Galli: "Numero di contagi molto più alto di quelli ufficiali"

massimo galli coronavirus italia

Galli ritiene che i contagi in Italia siano superiori a quelli comunicati ufficialmente nei bollettini giornalieri della Protezione Civile.

“Il rapporto uno a dieci del capo della Protezione Civile temo sia vicino alla realtà”, ha detto Massimo Galli intervenendo sulle parole di Borrelli riguardo i contagi reali. “Ma non abbiamo dati sicuri per poterlo dire – ha poi precisato -. I contagiati, comunque, sono molti di più di quelli ufficiali”. Il primario di Milano avrebbe poi aggiunto che “alcune etnie di persone di origine africana potrebbero avere più difficoltà nel rimanere contagiate”.

Coronavirus, Galli sui contagi reali

I contagi da coronavirus reali potrebbero essere ben superiori a quelli ufficializzati dalla Protezione Civile: questo il monito di Massimo Galli dopo aver sentito le parole di Borrelli. Infatti, il commissario straordinario per l’emergenza ha ipotizzato un rapporto di uno a dieci: per ogni contagio, dunque, ce ne sarebbero dieci no rilevati. Secondo questa logico, quindi, i numeri reali in Italia si aggirerebbero attorno ai 600 mila contagi. “Il rapporto uno a dieci del capo della Protezione civile temo sia vicino alla realtà ma non abbiamo dati sicuri per poterlo dire – ha confessato -. I contagiati, comunque, sono molti di più di quelli ufficiali”.

“Fermo restando che le misure di contenimento e distanziamento sociale sono di fondamentale importane – ha detto il primario del sacco di Milano -, credo sia presto per considerare ogni dato come indicativo di qualcosa che già stabilisce un andamento favorevole”.

I cittadini africani sono immuni?

Sembava all’inizio una fake news, eppure non esistono studi che confermano o smentiscono il fatto che le persone africane potrebbero essere meno esposte alla contrazione del coronavirus. Galli ritiene che “possa essere confermato a livello di ricerca la diversa disponibilità di recettori del virus in diverse etnie di origine africana”.

A confermare tale tesi, sostene Galli, ci sarebbero “alcune evidenze che dicono che non abbiamo persone di origine africana nei reparti. Se realmente fosse così, il disastro colpirebbe meno le aree più fragili del mondo. E pure i bambini potrebbero avere le stesse caratteristiche di ricettori”.